I tempi dei verbi italiani

Quando parliamo di un’azione o descriviamo uno stato, normalmente dobbiamo indicare in quale momento si verifica, se sta succedendo in questo momento, se è già successo o se succederà più avanti.
 
Questo è possibile grazie alla desinenza del verbo che permette conoscere il tempo in cui si verifica l’azione o lo stato.
 
COMPRO                adesso
COMPRAVO           la settimana scorsa
COMPRERÒ          domani
 
Quando usiamo un tempo facciamo sempre riferimento al momento in cui stiamo parlando o scrivendo, possiamo dire quindi che:

il PRESENTE descrive un evento CONTEMPORANEO e si utilizza quando il fatto avviene nel momento in cui si parla o si scrive.

Il PASSATO descrive un evento ANTERIORE e si utilizza quando il fatto avviene in un momento anteriore a quello in cui si parla o si scrive

Il FUTURO descrive un evento POSTERIORE e si utilizza quando il fatto avviene in un momento posteriore a quello in cui si parla.

Il verbo, dunque, ha TRE TEMPI fondamentali che a loro volta si suddividono in altri tempi che permettono di descrivere diversi aspetti dell’azione o il rapporto tra due diversi momenti temporali.
 
Questi tempi, che descriveremo dettagliatamente più aventi sono:
  • Imperfetto
  • Passato prossimo
  • Passato remoto
  • Trapassato prossimo
  • Trapassato remoto
  • Futuro semplice
  • Futuro anteriore


I tempi verbali si distinguono in:

TEMPI SEMPLICI

Quando sono formati da una sola parola, formata dalla radice del verbo e dalla desinenza:

  • CANTA
  • ANDAVAMO
  • PARLARONO
  • VIAGGERÒ
  • ECC.
 
TEMPI COMPOSTI

Quando sono formati dall’unione di due parole, una voce dell’ausiliare essere o avere più il participio passato del verbo:

  • HA CANTATO
  • ERAVAMO ANDATI
  • EBBERO PARLATO
  • AVRÒ VIAGGIATO
 
Nei tempi composti l’ausiliare definisce quando viene effettuata l’azione, se al passato, al presente o al futuro, invece il participio passato se utilizza l’ausiliare essere può indicare il numero e il genere del soggetto che compie l’azione.