Modo congiuntivo e i suoi tempi
Il congiuntivo è il modo verbale del dubbio, dell’incertezza e del desiderio.
Se l’indicativo è il modo dell’obiettività e indica i fatti come sono nella realtà, il congiuntivo è il modo della soggettività e indica i fatti come li pensiamo, li sentiamo, li desideriamo o li speriamo:
ESEMPIO:
INDICATIVO: indica un fatto reale e certo o presentato come tale (piove, ha piovuto, sono sicuro che pioverà).
CONGIUNTIVO: esprime un fatto come solo possibile, desiderato, pensato, sperato o temuto (credo che piova, mi sembra che abbia piovuto, esci prima che piova).
Il congiuntivo si usa sia nelle proposizioni indipendenti sia nelle proposizioni dipendenti.
Nelle proposizioni indipendenti serve per esprimere:
- un dubbio o una supposizione (saranno arrivati?)
- un desiderio o un augurio (vorrei che fosse estate, spero che ti vada bene)
- un’esortazione, un invito, un ordine (abbia pazienza, prenda un caffè)
Ma il congiuntivo è soprattutto il modo delle proposizioni dipendenti. Anzi, è chiamato congiuntivo proprio perché è il modo verbale che congiunge una proposizione dipendente alla sua reggente.
Cosi, il congiuntivo nelle proposizioni dipendenti è usato di norma:
- in dipendenza di verbi che esprimono: dubbio, domanda, incertezza, desiderio, augurio, speranza o timore (credo che Carla sia arrabbiata, non so quanti anni abbia quell’uomo, mi sembra che la lezione sia già iniziata)
- dopo espressioni impersonali come: bisogna che, è meglio che, è necessario che, può darsi che (bisogna che facciate i compiti, è meglio che rimanga a casa, può darsi che non vengano)
- dopo congiunzioni o locuzioni subordinanti come: affinché, benché, purché, sebbene, prima che, a patto che (benché sia presto vado a dormire, vengo alla festa purché non ci sia Carlo)
- con gli aggettivi e i pronomi indefiniti qualunque e chiunque (qualunque cosa succeda rimarrò qui, chiunque sia venuto a conoscenza del reato è un testimone)
Oggi, pero, nella lingua dell’uso, il congiuntivo sta sempre più perdendo terreno a vantaggio dell’indicativo. Sempre più spesso, specialmente ne linguaggio di registro familiare o colloquiale, si sente dire infatti: << Non so neppure chi è>> invece che <<Non so neppure chi sia>>.
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