Nomi mobili
Nomi mobili
Nomi mobili
Maschile | Femminile | Esempi |
---|---|---|
-o | -a | bambino - bambina |
-e | -a | cameriere - cameriera |
-e | -essa | studente - studentessa |
-a | -essa | poeta - poetessa |
-tore | -trice | pittore - pittrice |
-tore | -tora | pastore - pastora |
-tore | -trice/-tora | traduttore - traduttrice/traduttora |
casi particolari | con diminutivo | gallo - gallina |
casi particolari | con accrescitivo | capra - caprone |
casi particolari | forma differente | cane - cagna |
Questi nomi vengono detti mobili perché cambiano il genere maschile al genere femminile e viceversa variando la desinenza, aggiungendo un suffisso o modificando parte della radice.
I nomi che indicano oggetti, azioni o concetti astratti, hanno un solo genere grammaticale: o sono femminili o sono maschili.
Invece i nomi che indicano persone o animali possono avere sia il genere maschile, sia il genere femminile.
Vediamo quali sono le regole que bisogna seguire per poter modificare il genere grammaticale dei nomi dal maschile al femminile o viceversa.
- I nomi con la desinenza (-o) la cambiano con la desinenza (-a):
il bambino – la bambina
l’ infermiere – la infermiera
gatto – gatta
- I nomi con la desinenza (-e) formano il femminile in due diversi modi:
alcuni cambiano la desinenza in (-a)
cameriere – cameriera
infermiere – infermiera
altri che indicano una professione o titolo nobiliare in (-essa)
conte – contessa
studente – studentessa
e alcuni nomi di animali
leone – leonessa
elefante – elefantessa
- I nomi che la maschile terminano in (a) formano il femminile aggiungendo al tema il suffisso (-essa):
poeta – poetessa
duca – duchessa
fanno eccezione a questa regola i nomi che terminano in (-cida) e (-ista) ed alcuni altri, i quali non cambiano dal maschile al femminile:
omicida
pianista
pediatra
- I nomi con il suffisso (-tore) che indicano attività o mestieri possono sostituirlo con:
il suffisso (-trice)
il pittore – la pittrice
l’attore – l’attrice
il suffisso (-tora)
pastore – pastora
tintore – tintora
sia con (-trice) sia con (-tora
traduttore – traduttrice / traduttora
traditore – traditrice / traditora
- I nomi con la desinenza in (o) o in (e) che indicano professioni o titoli nobiliari, al femminile cambiano la desinenza con il suffisso (-essa):
il professore – la professoressa
il conte – la contessa
In alcuni casi questo cambio conferisce al sostantivo un’intonazione ironica e dispregiativa (filosofessa, deputatessa, medichessa), motivo per cui si preferisce usare il maschile anche quando si riferisce a una donna:
La signora Rossi, sindaco di un piccolo paese.
Il medico più efficiente è la signora Carlini.
- Casi particolari come i nomi di esseri animati, usano il suffisso diminutivo per formare il femminile:
eroe – eroina
re – regina
gallo – gallina
analogamente, i nomi di genere femminile utilizzano l’accrescitivo per formare il maschile:
capra – caprone
strega – stregone
Ci sono casi in cui la forma femminile è completamente differente dalla forma maschile:
Dio – Dea
abate – badessa
cane – cagna
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