L’acqua e la crisi idrica – Prova di comprensione di lettura

Prova di comprensione di lettura avanzate

L’acqua e la crisi idrica

L’acqua è un elemento, anzi più propriamente un composto, molto importante per la vita dell’uomo e del pianeta. La superficie terrestre è formata per la maggior parte di acqua e quasi tutti gli esseri viventi possono essere descritti come entità costituite da soluzioni saline in acqua di macromolecole, principalmente proteine. Per esempio, nell’uomo l’acqua rappresenta il 75% del peso corporeo.

Ciascuno di noi può vivere anche un mese senza cibo, ma senz’acqua non può sopravvivere che per pochi giorni. 

Va ricordato, inoltre, che l’acqua è al centro di quel meraviglioso processo produttore di sostanze organiche ed ossigeno che è la fotosintesi e che la stessa storia della civiltà umana si intreccia con quella dell’acqua.

Le prime grandi civiltà, quella egizia e quella babilonese, sorsero in prossimità di grandi fiumi: il Nilo, il Tigri e l’Eufrate. Parimenti la millenaria civiltà indiana si è sviluppata sulle rive dei fiumi Indo e Gange.

L’acqua è poi per l’uomo, oltre che mezzo necessario di sostentamento, anche elemento di gioco e occasione di gioia. Le spiagge e i parchi acquatici sono affollatissimi, mentre laghi, cascate e fontane contribuiscono a costituire pittoreschi e ameni paesaggi da cui l’occhio umano trae gratificazione estetica e ristoro.

Certo l’acqua può assumere anche valenze e simbologie negative e distruttive, come nel caso delle inondazioni e degli uragani; la Bibbia cita il diluvio come castigo di Dio. Tuttavia è innegabile che l’acqua è fondamentale per lo sviluppo della vita.

Con l’evolversi della civiltà e con l’affermazione di una visione mercantile del mondo l’acqua si sta trasformando in merce, in risorsa sempre più scarsa. Nonostante i progressi dell’ingegneria idraulica, capace di costruire acquedotti, argini, canali, dighe, bacini sempre più capienti e sofisticati, l’acqua è accessibile in misura insufficiente per larga parte della popolazione mondiale. 

La dissalazione dell’acqua marina, il 90 per cento di tutta l’acqua del globo, potrebbe risolvere definitivamente il problema, qualora si riuscisse a mettere a punto una tecnologia meno costosa di quella attuale. Nel frattempo, lo sviluppo industriale, l’incremento dei consumi e la crescita demografica dei Paesi del Terzo e del Quarto Mondo comportano una sempre maggiore richiesta di acqua.

L’acqua è necessaria per irrigare le terre coltivate e renderle più fertili e produttive. È importante, inoltre, per lo svolgimento di molte lavorazioni industriali. Sfruttando l’energia cinetica dell’acqua si produce l’energia idroelettrica, fonte importante nel bilancio energetico di tante nazioni, compresa la nostra.

L’acqua è infine importante per il funzionamento delle reti fognarie, per lavare gli alimenti, per l’igiene personale. Costituisce perciò un fattore critico nella prevenzione delle epidemie di malattie infettive particolarmente gravi come il tifo e il colera. 

Non è difficile ipotizzare che la scarsità di acqua sarà uno dei problemi fondamentali del terzo millennio e c’è chi sostiene che proprio per contendersi questa risorsa così importante, si combatteranno in futuro le guerre per l’acqua anziché per il petrolio.

Proprio per prevenire tali conflitti e per aiutare le popolazioni più bisognose, i paesi più ricchi dovrebbero mobilitarsi. Spesso i paesi più poveri non abbisognano di tecnologie particolarmente avanzate e costose, ma di tecnologie semplici, a basso costo e soprattutto rispettose della cultura e dell’equilibrio delle comunità presso cui si interviene.

Per aiutare i paesi poveri a superare la crisi idrica, più ancora che soluzioni tecniche, occorre forse superare l’economicismo oggi imperante, che in parte distorce la nostra percezione dei problemi e sviluppare, invece, la responsabilità e l’equità sociale. 

Superando gli egoismi e i consumi dissennati dei privilegiati del pianeta, è necessario insomma permettere anche ai più poveri l’accesso a quella risorsa limitata, ma vitale, che è l’acqua.

Purtroppo la bolletta dell’acqua sta diventando un serio problema anche per l’Occidente, sia per i singoli, le cui retribuzioni, sempre più magre, non consentono di far quadrare il bilancio familiare, sia per gli stati. 

Il consumo di acqua va ottimizzato, l’acqua non va sprecata o, peggio ancora, inquinata con pesticidi e scarichi industriali. Le reti idriche vanno modernizzate. Nel rispetto della natura e del ciclo dell’acqua, vanno evitate le emissioni di gas serra e la cementificazione e la speculazione edilizia selvagge delle zone costiere.

Si tratta di impegni seri che richiedono non soltanto la consapevolezza e la partecipazione del singolo cittadino, ma, soprattutto, la volontà politica di cambiare l’attuale stato di cose.

 

 

 

 

ESERCIZIO INTERATTIVO DI COMPRENSIONE DI LETTURA

Metti a prova la tua comprensione di lettura con il seguente esercizio, Dopo aver letto attentamente il testo anteriore completa le affermazioni che seguono scegliendo una delle quattro possibilità.

L'acqua è l'elemento o composto più importante del pianeta terra e per la vita dell'uomo.

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Solamente il 25% del peso corporeo dell'uomo non è rappresentato dall'acqua.

Ciascuno di noi può sopravvivere solamente alcuni giorni senza cibo.

L'acqua ha dato origine alle prime grandi civiltà.

L'acqua viene utilizzata dall'uomo anche per attività ricreative.

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L'acqua può simboleggiare anche sofferenza.

Attualmente l'acqua si sta trasformando in un prodotto commerciale dovuto alla sua grande quantità.

Attualmente non c'è una tecnologia che permette la dissalazione dell'acqua marina.

L'incremento nei consumi è dovuto, in parte, all'aumento della produzione industriale.

Le terre coltivate e fertili sono ricche di acqua.

L'acqua produce energia elettrica.

Le reti fognarie sono importanti per il buon funzionamento dell'acqua.

L'acqua può essere fondamentale per la diminuzione di epidemie di malattie infettive come il tifo e il colera.

Lo scambio dell'acqua per il petrolio eviterà le guerre in futuro.

Per aiutare i paesi più poveri non c'è bisogno di tecnologia particolarmente avanzata e costosa.

Per aiutare i paesi poveri a superare la crisi idrica, occorre aiutarli a crescere economicamente.

È necessario permettere anche ai paesi più poveri consumare tanta acqua come i paesi più sviluppati.

Il costo dell'acqua sta diventando un problema anche per l'Occidente.

Bisogna ottimizzare l'acqua evitando la contaminazione.

Per cambiare le cose non è sufficiente la consapevolezza e la partecipazione del singolo cittadino.

 

Il computer – Prova di comprensione di lettura

Prova di comprensione di lettura avanzate

Il computer

Nella nostra frenetica civiltà occidentale, l’informazione riveste un’importanza strategica. L’informazione è stata certamente importante anche in altre epoche storiche, contribuendo a determinare i rapporti di potere, ma mai come oggi la quantità e la velocità di diffusione delle informazioni hanno raggiunto questi livelli.

Uno dei protagonisti di questo cambiamento epocale è il computer. Grazie all’affermazione, nei primi anni Ottanta, per merito dell’IBM, del personal computer, la luce azzurrina dei monitor ha invaso pressoché ogni ambiente abitato dall’uomo.

Ai fini della diffusione e dell’elaborazione della conoscenza e delle informazioni soltanto l’invenzione della scrittura, prima, e della stampa, poi, hanno avuto nei secoli precedenti un impatto superiore.

Il computer ha letteralmente rivoluzionato le nostre vite. Il tempo che vi trascorriamo davanti sta ampiamente superando, per molti di noi, il tempo trascorso davanti a uno schermo televisivo, fino a qualche anno fa ancora così seducente.

Il computer non è soltanto utile, è divertente. Viene pienamente incontro alle nostre necessità ludiche, ci consente di sfidare in giochi avvincenti familiari e amici. Con lo sviluppo di Internet, tramite il computer abbiamo scambi interpersonali sempre più veloci e flessibili, con un recupero rassicurante e affascinante della parola scritta, della scrittura, che alcuni apocalittici volevano irrimediabilmente negletta.

La Rete mette poi a disposizione di tutti, almeno di tutti gli abitanti dei paesi cosiddetti sviluppati, banche dati un tempo inaccessibili se non a una ristretta elite; favorisce la ricerca scientifica; contribuisce alla democratizzazione della nostra società, in quanto tutti hanno la possibilità di esprimersi in mille modi: chat, newsgroup, forum, siti personali, weblog, accesso spesso gratuito a giornali e riviste di ogni genere, posta elettronica, community di ogni tipo. Cittadini e istituzioni sono più vicini, gli scambi più frequenti; il rapporto sta lentamente diventando bidirezionale. Rispetto alla televisione, il computer permette una cittadinanza attiva, ci rende protagonisti, in grado di modificare significativamente l’ambiente con cui entriamo in relazione. 

L’impatto del computer sul mondo economico, della produzione, è stato formidabile. Lo si usa, con profitto, nelle banche, negli ospedali, nelle fabbriche, nei complessi commerciali. La «new economy» non è ancora decollata, ma il calcolatore ha intanto modificato le nostre abitudini lavorative. 

Difficilmente chi oggi lavora, in qualsiasi ambito e a qualsiasi livello dell’organigramma, anche il più basso, può permettersi di evitare l’interazione col computer. Il ronzio dei processori è più diffuso ormai del rumore delle presse.

Nella scuola stessa, dopo l’avvento del computer, ferve il dibattito su come cambiare l’educazione scolastica in seguito alla rivoluzione informatica. Cd-rom multimediali, ipertesti, persino videogiochi, stanno modificando il modo di apprendere di milioni di ragazzi.

E di certo, il computer sta modificando il nostro modo stesso di pensare. E la nostra velocità e capacità di rispondere agli stimoli, a più stimoli diversi. I neurofisiologi saprebbero dimostrarci come alcune aree del cervello si stanno progressivamente modificando, in seguito alle nuove stimolazioni. Il computer inoltre ha probabilmente portato all’estremo alcuni sviluppi del razionalismo occidentale. Col computer la matematica è come scesa fra noi, nella realtà concreta della nostra vita, come non mai. E non è un caso se, dopo l’abaco greco, le prime macchine calcolatrici sono state messe a punto da filosofi-scienziati come Pascal e Leibniz. 

Non nascondo il mio entusiasmo futurista per il calcolatore. Forse eccessivamente unilaterale. Sarebbe senz’altro un atteggiamento più saggio e prudente quello di difendersi un po’ da questa «hybris» del computer. Stimare maggiormente i pericoli della rivoluzione informatica.

I cultori delle cosiddette scienze umane già paventano l’avvento di uomini dimidiati, tutti raziocinio e con la parte emotiva rimossa, atrofizzata, e quindi pericolosa. Paventano alienazioni, solitudini, perdite di contatto con la realtà, dipendenze, schizofrenie, ossessioni. Difficilmente l’uomo del futuro potrà affidarsi soltanto alla razionalità. Già adesso i software denominati «sistemi esperti» si sono rivelati non in grado di risolvere problemi complessi, di prendere decisioni efficaci, che esulino da un ristretto campo specialistico. In molti settori, in molte discipline, l’uomo deve rinforzare, semmai, il pensiero narrativo, ancora così importante per dare un senso alla nostra umana esistenza e per padroneggiare la realtà nella sua totalità. E poi una razionalità algida, priva di emozioni, non è certo il futuro felice, che tutti ci auguriamo.

 

 
 
 
 
 
 

 

 

ESERCIZIO INTERATTIVO DI COMPRENSIONE DI LETTURA

Metti a prova la tua comprensione di lettura con il seguente esercizio, Dopo aver letto attentamente il testo anteriore completa le affermazioni che seguono scegliendo una delle quattro possibilità.

L'informazione in passato veniva utilizzata per determinare i rapporti di potere.

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L'informazione non era molto importante nelle altre epoche.

Neanche l'invenzione della stampa e della scrittura hanno avuto un'impatto così notevole nella diffusione della conoscenza.

Attualmente il tempo trascorso davanti al televisore è stato superato da quello trascorso davanti a un computer per molti di noi.

Con lo sviluppo di Internet, tramite il computer i rapporti personali sono sempre più veloci e flessibili.

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Il computer ha contribuito alla diminuzione dell'uso della scrittura.

Internet permette a tutti gli abitanti dei paesi cosiddetti sviluppati, accedere a dati riservati a una ristretta elite.

Internet permette a tutte le persone di esprimere la propria opinione in mille modi diversi.

Il computer, al contrario della televisione, permette interagire con l’ambiente con cui entriamo in relazione.

L’impatto del mondo economico sul computer è stato formidabile.

Le banche, gli ospedali, le fabbriche, i centri commerciali sono stati modificati dall’uso del computer.

Difficilmente oggi si può lavorare senza avere un computer.

Persino nelle scuole si discute su come modificare la maniera di insegnare grazie all’avvento del computer.

Moltissimi ragazzi stanno imparando in maniera differente grazie all’uso di Cd-rom multimediali, ipertesti, persino videogiochi.

I neurofisiologi saprebbero dimostrarci come alcune aree del cervello si stanno progressivamente modificando, grazie al nostro modo di pensare.

Le prime macchine calcolatrici sono state inventate da filosofi-scienziati come Pascal e Leibniz.

La condizione giovanile – Prova di comprensione di lettura

Prova di comprensione di lettura avanzate

 La condizione giovanile

 

Leggi il testo anteriore e scegli solamente le otto affermazioni corrette, ogni risposta in più devi considerarla un errore. Controlla poi le tue risposte pulsando sul bottone «Soluzione», devi esserti registrato come utente per poter vedere le soluzioni. Questo testo è stato gentilmente fornito dal Sig. Valentino Sossella, ti invitiamo a visitare il suo sito:www.interruzioni.com
Puoi stampare l’esercizio prima di farlo scaricandolo QUI

Essere giovani è stato probabilmente più difficile in passato che ai giorni nostri, almeno dal punto di vista delle condizioni materiali ed economiche.

Oggi lo è senz’altro di più dal punto di vista psicologico ed esistenziale.

La ragione di tale difficoltà risiede principalmente nella parola «libertà». Premesso che considero la libertà il sommo bene per l’uomo, aggiungo che, contrariamente a quanto comunemente si crede, la possibilità di scegliere fra diverse opzioni genera spesso, in molti, ansia o addirittura angoscia.

In altre epoche il destino di ciascuno era in larga parte deciso dalla nascita; i figli continuavano l’attività del padre; non parliamo delle donne, relegate in casa. Cercare di soddisfare i bisogni primari, quelli alimentari in primo luogo, impegnava spesso tutte le energie degli individui. Per le classi inferiori, una vita spirituale poteva essere rudimentalmente sperimentata, suppongo, soltanto all’interno degli indiscutibili dogmi della Chiesa. 

Oggi ogni giovane ha davanti a sé, riguardanti il proprio futuro lavorativo, sentimentale, spirituale, sessuale, una quantità di opzioni e di possibilità ignote in passato.

Anzi è la società stessa che esige da lui una completa realizzazione dei propri talenti e delle proprie inclinazioni; un periodo di apprendistato, scolastico, lavorativo, esistenziale, lungo e oneroso.

Dall’altro, l’organizzazione sociale frappone una miriade di ostacoli alla autorealizzazione individuale. Chi è chiamato a scegliere, spesso lo deve fare al buio. Il mercato del lavoro, nella sua mutevolezza, ma anche nelle sue chiusure corporative diventa una sfinge, specialmente per quel giovane che è più privo di mezzi economici. Orientarsi fra le molteplici idee e suggestioni che percorrono la contemporaneità e dare coerenza alla propria vita spesso si rivela un compito immane.

E per onestà bisogna aggiungere che qualsiasi scelta compiuta da un essere umano, per quanto ben ponderata, non può mai definirsi completamente razionale e corretta, perché sono sempre molte le variabili in gioco sconosciute, come ci ha insegnato il premio Nobel per l’economia Simon. 

Non deve sorprendere, quindi, se spesso si assiste a quella che Fromm ha chiamato «fuga dalla libertà». Il giovane, avvertendo l’ansia della scelta come intollerabile, può consegnarsi ai paradisi artificiali della droga, può rifugiarsi nell’esistenza gregaria di un lavoro sicuro e poco impegnativo, può sottomettersi alle scelte che altri hanno fatto per lui, può abbandonarsi a comportamenti devianti.

Spesso, inoltre, le scelte fondamentali che un giovane deve fare e che riguardano tutto il suo futuro, vanno compiute in un’età acerba, priva di quella conoscenza degli uomini e della vita, che solo l’esperienza può portare. Scelte fondamentali fatte poi in perfetta solitudine, senza che nessuno venga in aiuto in modo adeguato. 

Sono poi gli anni giovanili, quelli delle prime esperienze sessuali, dei primi smacchi amorosi e qualunque esperienza negativa in questa delicata ed intima sfera non è da sottovalutare per i contraccolpi che può avere sull’equilibrio psico-emotivo.

I giovani si trovano così spesso ad esperire severe crisi d’identità, rafforzate dal fatto che la società li considera maturi come consumatori, la pubblicità li blandisce, ma come soggetti sono costretti per lunghi anni alla dipendenza economica dai genitori. «Avevo vent’anni. Non permetterò mai a nessuno di dire che questa è l’età più bella», scriverà profeticamente Paul Nizan in «Aden Arabia». 

Elencare dei rimedi concreti, praticabili, è sempre compito difficile. La condizione giovanile è intrinsecamente difficile. Diventare adulti è da tempo uno dei compiti più ardui che sia dato all’essere umano. Qualcuno ha proposto di ascoltarli di più questi giovani. Ma l’ascolto presuppone cultura da parte di chi ascolta, condizione che non sempre si verifica. 

Almeno dalla scuola un maggiore impegno in questo senso è però lecito aspettarselo. E poi sono necessarie riforme, come quella scolastica, che creino accessi facilitati al mondo del lavoro, che offrano percorsi formativi differenziati, «personalizzati» mi verrebbe da aggiungere. 

Inoltre sarebbe bene incentivare iniziative che portino all’autonomia economica la più precoce possibile. Che so, periodi di studio alternati al lavoro, borse di studio, prestiti o quant’altro un competente economista riesca a proporre. 

Il mondo produttivo dovrebbe divenire più flessibile, l’occupazione andrebbe promossa con ogni sforzo. Infine la scuola, i media, le associazioni dovrebbero produrre un’offerta di cultura che avvicini il giovane alla lettura, allo studio dei classici antichi e moderni. 

A mio giudizio, infatti, l’alta cultura può essere in molti casi il più potente antidoto alle sofferenze e ai disagi psicologici ed esistenziali.

 
 
 
 
 

 

 

ESERCIZIO INTERATTIVO DI COMPRENSIONE DI LETTURA

Metti a prova la tua comprensione di lettura con il seguente esercizio, Dopo aver letto attentamente il testo anteriore completa le affermazioni che seguono scegliendo una delle quattro possibilità.

Essere giovani era molto più difficile prima che adesso sotto tutti i punti di vista.

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La libertà è la causa di problemi psicologici ed esistenziali.

Non tutti i giovani sanno fare delle scelte senza provare ansia o addirittura angoscia.

In altre epoche si nasceva con un destino già prefissato.

In altre epoche generalmente i figli non intraprendevano delle attività differenti a quelle del padre.

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In altre epoche, essere donna, era meno faticoso perché dovevano solamente cercare di soddisfare i bisogni primari, come quelli alimentari.

Oggi il giovane ignora quali erano in passato le possibilità future lavorative, sentimentali, spirituali, sessuali.

Per i giovani di oggi, la realizzazione dei propri talenti imposto dalla Società, implica molto tempo e denaro.

La Società agevola i giovani ad autorealizzarsi in parte grazie alla stabilità del mercato del lavoro.

Molto spesso un giovane deve fare delle scelte che riguardano tutto il suo futuro, in un’età in cui non c’è sufficiente esperienza e senza aiuto da parte di nessuno.

Le esperienze negative degli anni giovanili possono portare ad un equilibrio psico-fisico.

La Società considera maturi i giovani, perché dipendono economicamente dai genitori per molti anni.

Paul Nizan in "Aden Arabia" ha scritto che i vent’anni non sono l’età più bella.

Un tempo diventare adulti era uno dei compiti più ardui.

Non tutte le persone hanno un livello culturale sufficiente a consentirgli di saper ascoltare e capire i giovani.

La scuola dovrebbe impegnarsi un po’di più ad ascoltare e capire i giovani.

Sono necessarie riforme scolastiche che rendano più facili i lavori.

Bisognerebbe incentivare iniziative che facciano lavorare i giovani il più presto possibile per renderli indipendenti economicamente.

Avvicinare il giovane alla lettura produrrebbe un’offerta di cultura.

A volte troppa cultura può provocare sofferenze e disagi psicologici ed esistenziali.

L’alcolismo. – Prova di comprensione di lettura

Prova di comprensione di lettura avanzate

L’alcolismo

L’alcolismo è la dipendenza fisica e psicologica dall’alcol.

L’alcol può essere considerata una droga ma, come il fumo di sigaretta e gli psicofarmaci, è una droga legale, il cui uso è autorizzato dalle leggi dello Stato. Tuttavia, al contrario del fumo che è sempre tossico per il corpo, l’alcol, assunto a dosi moderate, può svolgere una funzione protettiva nei confronti del cuore.

L’alcolismo, ovvero l’abuso di alcol, è un problema di grande rilevanza sociale. Se il bevitore moderato può addirittura migliorare rispetto all’astemio la propria socialità, l’etilista va incontro a tutta una serie di problemi che riguardano la sfera fisica, relazionale e lavorativa.

L’abuso di alcol comporta infatti una serie di danni, talora gravissimi, a carico di svariati apparati: dal sistema nervoso centrale e periferico al metabolismo generale, dal sistema immunitario a quello respiratorio, dall’apparato gastroenterico al sistema endocrino. Talvolta l’abuso di alcol si somma, in alcuni soggetti, all’abuso di altre droghe, delineando un quadro di politossicomania.

Aumentano nell’etilista le probabilità di conflitti familiari, con coniuge e figli. L’alcolismo, vuoi come causa o come effetto, si associa spesso alla solitudine, alla depressione, all’alienazione, alla scarsa stima di sé. Molte occupazioni lavorative sono del tutto incompatibili con l’abuso abituale di alcol, per cui l’alcolista può essere facilmente licenziato o essere fortemente ostracizzato sul posto di lavoro da superiori e colleghi.

Sovente l’alcol, che ha un effetto disinibitorio, favorisce l’estrinsecarsi di comportamenti violenti, che possono sfociare in vere e proprie condotte criminali. La guida in stato di ebbrezza determina incidenti frequentemente mortali. Il tasso di omicidi e suicidi causati dall’abuso di alcol è significativamente superiore a quelli che si registrano nella popolazione normale. 

Nonostante l’alcol sia una sostanza pericolosa, la nostra società mantiene nei suoi confronti un atteggiamento ambivalente che ne incoraggia il consumo. La pubblicità associa il forte consumo di alcol al successo materiale, mondano e sessuale e alla elevata performance. Motivi di ordine economico spingono poi a stimolare il consumo di bevande alcoliche, essendo l’Italia il maggior produttore europeo di vino.

Un preoccupante aumento del consumo di alcol si registra negli ultimi anni fra i giovani. Gli adolescenti italiani tendono ormai a imitare il tipo di consumo di alcol che caratterizza il nord Europa, con la tendenza a sbronzarsi nei fine settimana e ad aumentare il consumo di birra rispetto a quello tradizionale del vino.

Il consumo di alcol rappresenta di regola per gli adolescenti una sorta di rito di iniziazione, di formazione della propria identità, un mettersi alla prova saggiando i propri limiti, un modo per farsi accettare dal gruppo, un mezzo per trasgredire le norme sociali affermando la propria individualità separata da quella dei genitori, la propria autonomia dalla morale tradizionale.

Quando il consumo vira però nell’abuso, quasi sempre gli adolescenti presentano problematiche di tipo psicologico. Il forte consumo di alcol diviene allora fuga dalla realtà e dalle responsabilità, mezzo per dimenticare gli insuccessi, espressione della propria scarsa autostima e del vuoto esistenziale che si percepisce dentro e fuori di sé.

La famiglia e la scuola devono allora intervenire proponendo un consumo dell’alcol meno distruttivo, lasciando ampio spazio al dialogo, coinvolgendo il giovane in attività che prevedano una progettualità.

La medicina propone per gli alcolisti, oltre ad interventi di carattere psicologico e psicoterapeutico, che coinvolgano non solo la famiglia, ma anche l’ambiente di lavoro, l’impiego di farmaci che aiutino a liberarsi dalla dipendenza dall’etanolo.

Eccellenti risultati hanno fornito le comunità terapeutiche e in special modo i gruppi di auto-aiuto, come gli Alcolisti Anonimi, resi ormai celebri dalla stampa e perfino dal cinema.

 

 
 
 
 

 

 

ESERCIZIO INTERATTIVO DI COMPRENSIONE DI LETTURA

Metti a prova la tua comprensione di lettura con il seguente esercizio, Dopo aver letto attentamente il testo anteriore seleziona se le seguenti affermazioni sono vere o sono false. Ci sono 8 affermazioni vere in totale.

Welcome to your L’alcolismo – Prova di comprensione di lettura avanzata

L'alcol può essere considerato una droga il cui uso è permesso dallo Stato.

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L'alcol come tutte le droghe è sempre tossico.

L'alcol, preso a dosi moderate, può prevenire le malattie cardiache.

L'abuso di alcol può migliorare le relazioni sociali.

Il bevitore moderato può avere problemi fisici, nel lavoro e in famiglia.

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L'alcolismo può provocare una serie di danni al metabolismo.

La politossicomania può indicare l'abuso di alcol unito al consumo di altre droghe.

L'etilista indica il produttore di sostanze alcoliche.

L'alcol può essere una conseguenza della solitudine, la depressione, la scarsa stima di sé.

Tutti i lavori sono incompatibili con l'abuso abituale di alcol.

L'alcolista può facilmente ostracizzare sul posto di lavoro i superiori e i colleghi.

L'alcol, favorendo l'estrinsecarsi di comportamenti violenti, può impulsare a commettere azioni criminali.

Gli omicidi causati dall’abuso di alcol superano di molto quelli commessi in uno stato normale.

La Società condanna il consumo di alcol.

I giovani italiani tendono ad aumentare il consumo di alcol il fine settimana per imitare gli europei.

Il consumo della birra sta superando quello del vino fra gli adolescenti italiani.

Uno dei motivi che spinge i giovani italiani a consumare alcol, può essere la necessità di accettazione da parte di un gruppo.

L’abuso di alcol può provocare nei giovani una presa di coscienza degli insuccessi e della propria scarsa autostima.

La famiglia e la scuola devono intervenire proibendo l’uso dell’alcol.

La medicina propone per gli alcolisti interventi che coinvolgono solamente la famiglia.