Genere e forma dei verbi

Genere e forma dei verbi

Quando parliamo di genere e di forma dei verbi, ci riferiamo al significato dei verbi inteso come la relazione che stabilisce con il soggetto.

Il genere divide i verbi in:

TRANSITIVI quando l’azione del soggetto passa direttamente su una persona, un animale o una cosa

IL RAGAZZO (soggetto) 
LAVA (verbo transitivo) 
LA MACCHINA(oggetto)

INTRANSITIVI quando l’azione del soggetto  non passa direttamente su una persona, animale o cosa, ma si esaurisce nel soggetto stesso che la compie.

I BAMBINI (soggetto)  
RIDONO (verbo intransitivo)
 
La Forma invece indica se il soggetto compie un’azione, la subisce o entrambi i casi e quando non viene indicato o non esiste il soggetto che compie l’azione.

Può essere ATTIVA  quando il soggetto compie l’azione:

IL RAGAZZO LAVA LA MACCHINA

o può essere PASSIVA quando il soggetto è chi riceve l’azione:

LA MACCHINA È LAVATA DAL RAGAZZO

Può essere RIFLESSIVA quando il soggetto compie e nello stesso tempo subisce l’azione:

IL RAGAZZO SI LAVA

Può essere IMPERSONALE quando non esiste il soggetto o quando l’azione non si può attribuire a nessuna persona, animale o cosa.

IN INVERNO NEVICA MOLTO

In questa sezione vedremo in dettaglio tutti i generi e le forme dei verbi italiani.



Il verbo

IL VERBO

Il verbo

 

Il verbo

 
Il verbo (dal latino verbum) che significa parola, svolge un ruolo molto importante all’interno di una frase.
 
Infatti, il verbo ci dà informazioni relative allo stato, modo di essere o all’azione, che gli esseri viventi o le cose compiono o subiscono. 
 
Ci può informare sull’esistenza di qualcuno o qualcosa:
 
Sulla strada ci sono molte macchine. 
Nel supermercato ci sono molte persone.
 
Sul modo di essere di una persona, animale o cosa:
 
Mia madre è felice. 
Il leone è feroce.
 
Sul tipo di azione che compie un essere vivente o una cosa:
 
Il cane abbaia alle persone che camminano per la strada. 
Una frana impedisce il passaggio delle automobili.
 
Sullo stato di un essere vivente o di una cosa:
 
La bambina dormicchia. 
Gli alberi fioriscono in primavera.
 
Su azioni subite dagli esseri viventi o dalle cose:
 
Il gatto è stato morsicato da un cane. 
La lavagna è stata spostata.
 
Inoltre i verbi non si limitano a fornirci informazioni sul tipo di azione, stato, modo di essere, ecc., essi ci informano, insieme ad altre cose che analizzeremo più avanti, il momento in cui l’azione viene effettuata, se nel passato (ho mangiato un panino), nel presente (mangio un panino) o nel futuro (mangerò un panino).
 
In questa sezione dedicata ai verbi analizzeremo:
 
 

CONTINUA A IMPARARE
FAI CLIC QUI

Modi dei verbi italiani

Modi dei verbi italiani

Attraverso i modi verbali, possiamo esprimere in forme diverse ciò che stiamo facendo, sperimentando, pensando ecc.
 
Nell’italiano ci sono sette modi verbali divisi in due gruppi:
 
4 modi finiti
3 modi indefiniti
 
I modi finiti sono chiamati così perché indicano chiaramente sia il numero che la persona che compie l’azione e sono:
 
INDICATIVO che si utilizza per parlare di fatti reali, certi o perlomeno considerati così da chi parla.

CONGIUNTIVO: si utilizza per comunicare opinioni personali, dubbi, sentimenti, speranze, timori.

CONDIZIONALE: si utilizza per esprimere desideri o parlare di avvenimenti subordinati a determinate condizioni.

IMPERATIVO: si utilizza per dare ordini, proibire, consigli, esortare.
 
I modi indefiniti sono chiamati così perché non danno nessun tipo di informazione relativa alla persona e solamente in alcuni casi solo possono indicare il numero e il genere.

INFINITO: esprime l’azione in maniera generica, senza indicare il numero o la persona

PARTICIPIO: indica un’azione come caratteristica attribuita a un nome e può essere utilizzato come aggettivo, come verbo o come avverbio.

GERUNDIO: si utilizza per indicare le circostanze un’azione o se questa è contemporanea o anteriore a un’altra.
 
 

 

Modo indicativo e i suoi tempi

Modo indicativo e i suoi tempi

Il modo indicativo si utilizza per parlare di ciò che è o consideriamo vero e sicuro, infatti è il modo verbale della realtà, della certezza, dell’esposizione obiettiva.

L’inverno è la stagione più fredda dell’anno.

Si compone di otto tempi, 4 tempi semplici:

Presente: mangio
Imperfetto: mangiavo
Passato remoto: mangiai
Futuro: mangerò

e 4 tempi composti:

Passato Prossimo: ho mangiato
Trapassato Prossimo: avevo mangiato
Trapassato Remoto: ebbi mangiato

Futuro Anteriore: avrò mangiato

 
 

Continua a imparare Modo indicativo e i suoi tempi facendo clic sui link qui sotto:

Presente

Imperfetto

Passato prossimo

Passato remoto

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro semplice

Futuro anteriore

 

 

Il significato degli avverbi

GRAMMATICA ITALIANA

Significato degli avverbi


Il significato degli avverbi

Se facciamo un’analisi del significato degli avverbi, possiamo dividerli in sei categorie: avverbi di modo, avverbi di luogo, avverbi di tempo, avverbi di giudizio, avverbi di quantità e avverbi di interrogativi.
  • Il significato degli avverbi di modo o qualificativi, ci fornisce informazioni sul modo in cui si compie l’azione espressa dal verbo o in che modo va intesa la qualità espressa da un aggettivo o il senso di un altro avverbio. Appartengono a questa categoria la maggioranza degli avverbi in –mente e in –oni, gli aggettivi con funzione avverbiale ed alcune altre forme. Essi rispondono alle domande:
agevolmente (aggettivo in –mente) 
penzoloni (aggettivo in –oni) 
guardare storto (aggettivo con funzione avverbiale) 
bene, male, volentieri (altre forme)
 
 
Ci sono anche numerose locuzioni avverbiali di modo:
 
a più non posso 
in fretta e furia 
di buon grado 
in un batter d’occhio 
all’impazzata 
di corsa 
di sicuro 
di solito 
in fretta
 
  • Il significato degli avverbi di luogo, ci fornisce informazioni sul luogo dove avviene un fatto o in cui si trova una persona. Essi rispondono alle domande: Dove? In che luogo? Di dove?
A questa categoria appartengono avverbi come:
 
vicino 
accanto 
dappertutto 
fuori 
dentro 
dietro 
davanti 
sopra 
sotto 
via 
altrove
 
 
le locuzioni avverbiali come:
 
di qua 
di là 
di sopra 
di sotto 
in su 
in giù 
per di qua 
per di là 
da questa parte 
nei dintorni



 

 
appartengono agli avverbi di luogo  anche le particelle ci, vi (poco usato) e ne:
 
nell’aula c’è una lavagna (in quel luogo); 
me _vado (da quel luogo);
 
 
alcuni avverbi di luogo indicano la distanza di un oggetto, di un luogo o di una persona dagli interlocutori:
 
qui, qua (vicino a chi parla) 
lì, là, lassù, laggiù (lontano da chi parla e da chi ascolta)

 

  • Il significato degli avverbi di tempo, ci fornisce informazioni sul tempo determinato o indeterminato in cui avviene un fatto o si determina una condizione. Essi rispondono alle domande: Quando? In quale tempo?  A questa categoria appartengono avverbi come:
ora 
adesso 
oggi 
allora 
prima 
dopo 
ieri 
domani 
poi 
ancora 
presto 
tardi 
sempre 
mai 
già 
finora
 
 
Ci sono anche numerose locuzioni avverbiali di tempo:
 
un giorno 
di quando in quando 
ad un tratto 
in un batter d’occhio 
nel frattempo 
di buon’ora 
in tempo 
in men che non si dica
  • Il significato degli avverbi di giudizio o valutazione, ci fornisce informazioni sull’affermazione, negazione o dubbio con rispetto ad un determinato evento e si possono quindi dividere in tre subcategorie.
    • Avverbi di affermazione:
certo 
certamente 
esattamente 
sicuro 
sicuramente 
proprio 
appunto
  • Avverbi di negazione:
non 
neanche 
nemmeno 
neppure 
mica
 
Se questi avverbi seguono il verbo si deve usare la negazione non, mentre si usano da soli quando lo precedono:
 
non lo vuole nemmeno provare (con il non dopo il verbo)
nemmeno lo vuole provare (senza il non prima del verbo)
  • Avverbi di dubbio:
forse 
quasi 
probabilmente 
eventualmente 
magari 
circa



 

  • Il significato degli avverbi di quantità, ci fornisce informazioni in modo non preciso e indefinito, sulla quantità di ciò che è espresso dal verbo. Essi rispondono alle domande Quanto? In che misura? A questa categoria appartengono avverbi come:
molto 
poco 
tanto 
troppo 
alquanto 
altrettanto 
parecchio 
assai 
abbastanza 
nulla 
niente 
più 
meno 
quanto 
grandemente 
appena
 
 
l’avverbio di quantità affatto significa “del tutto, interamente”, acquista significato negativo solamente quando è preceduto da una negazione:
 
sono affatto sbalordito da quello che dici (del tutto) 
non sono affatto sbalordito da quello che dici (per nulla)
 
 
Ci sono anche alcune locuzioni avverbiali di quantità:
 
a bizzeffe 
press’a poco 
all’incirca 
fin troppo 
né più né meno
  • Il significato degli avverbi interrogativi, ci fornisce informazioni sul modo, il luogo, il tempo, la causa, la misura o il valore con cui viene introdotta una domanda.
Come? (modo) 
Dove? (luogo) 
Quando? (tempo) 
Quanto? (misura) 
Perche? (causa)
 
 
Sono usati nelle interrogazioni dirette:
 
Come stanno i tuoi genitori?
 
Nelle interrogazioni indirette funzionano come congiunzioni subordinative:
 
Ditemi quando farete l’esame.
 
 

Gradi degli avverbi

GRAMMATICA ITALIANA

Gradi e alterazioni degli avverbi

Gradi e alterazioni degli avverbi

Gli avverbi che terminano in –mente, gli aggettivi con funzione avverbiale, e alcuni altri avverbi di modo e di tempo hanno i gradi di comparazione come gli aggettivi:
 
rapidamente – più rapidamente – rapidissimamente (avverbi in –mente)
lento – più lento – lentissimo (aggettivo con funzione avverbiale) 
male – più male – malissimo (avverbio di modo) 
presto – più presto – prestissimo (avverbio di tempo)
 
 
Possono esprimere diversi gradi di intensità del loro significato e quindi, oltre al grado positivo, possono avere il grado comparativo e superlativo.
 

Gradi e alterazioni degli avverbi

  • Grado positivo:
sono partiti presto
  • Grado comparativo di maggioranza:
sono partiti più presto degli altri
  • Grado comparativo di uguaglianza:
sono partiti presto come gli altri
  • Grado comparativo di minoranza:
sono partiti meno presto degli altri
  • Grado superlativo assoluto:
sono partiti prestissimo
  • Grado superlativo relativo:
sono partiti il più presto possibile
 

 

Ci sono cinque avverbi che hanno delle forme particolari di comparativo e di superlativo, simili a quelle degli aggettivi corrispondenti:
 
bene (positivo) – meglio (comparativo) – ottimamente o benissimo (superlativo) 
male (positivo)  – peggio (comparativo) – pessimamente o malissimo (superlativo) 
molto (positivo)  – più (comparativo) – moltissimo (superlativo) 
poco (positivo)  – meno (comparativo) – minimamente o pochissimo (superlativo) 
grandemente (positivo)  – maggiormente (comparativo) – massimamente o sommamente (superlativo)
 
 
Alcuni avverbi, come avviene per i nomi e per gli aggettivi, possono modificare il loro significato aggiungendovi, mediante un suffisso, un’idea di accrescimento (-one) o di diminuzione (-ino) , di grazia (-etto, –uccio) o di disprezzo (-accio):
 
bene – benino – benone 
male – maluccio – malaccio 
presto – prestino 
tardi – tardino – tarduccio 
poco – pochino – pochetto
 



L’avverbio peggio è il comparativo di male. Non si può fare il comparativo di un comparativo:
 
più meglio di così non potrebbe andare (sbagliato) 
meglio di così non potrebbe andare (esatto)
 
L’avverbio meno è il comparativo di poco, è sbagliato usarlo in proposizioni disgiuntive con il significato di no, ed è sconsigliato usarlo al posto di eccetto o tranne:
 
Non so se partirò o meno (sbagliato) 
Non so se partirò o no (esatto) 
Non so se partirò o non partirò (esatto)
C’erano tutti meno tuo cugino (sconsigliato) 
C’erano tutti eccetto tuo cugino (migliore)