I nomi variabili
NOMI CON LA DESINENZA IN – A
I nomi che al singolare terminano in (-a) formano il plurale in (-e) se sono femminili e in (-i) se sono maschili:
la casa – le case (femminile)
la sedia – le sedie (femminile)
il geometra – i geometri (maschile)
il problema – i problemi (maschile)
I nomi che al singolare terminano in (-ista) formano il plurale in (-isti) se sono maschili e in (-iste) se sono femminili:
il pianista – i pianisti (maschile)
la pianista – le pianiste (femminile)
il giornalista – i giornalisti (maschile)
la giornalista – le giornaliste (femminile)
I nomi che al singolare terminano in (-cida) formano il plurale in (-cidi) se sono maschili e in (-cide) se sono femminili:
il suicida – i suicidi (maschile)
la suicida – le suicide (femminile)
I nomi che al singolare terminano in (-ca) e in (-ga) al plurale bisogna aggiungere la lettera (h) per mantenere il suono gutturale e cambiano rispettivamente in (-che) e in (-ghe) al femminile e in (-chi) e (-ghi) al maschile:
il duca – i duchi
la piega – le pieghe
la barca – le barche
I nomi che al singolare terminano in (-cia) e in (-gia) con la (i) tonica (accentata) generalmente formano il plurale rispettivamente in (-cie) e (-gie):
La bugia – le bugie
la farmacia – le farmacie
I nomi che al singolare terminano in (-cia) e in (-gia) con la (i) atona (non accentata) conservano la (i) se sono preceduti da una vocale:
la valigia – le valigie
la camicia – le camicie
invece perdono la (i) se sono preceduti da una consonante:
la spiaggia – le spiagge
la provincia – le province
NOMI CON LA DESINENZA IN – O
I nomi che al singolare terminano in (-o) formano il plurale in (-i):
il tavolo – i tavoli
l’albero – gli alberi
la mano – le mani
Alcuni nomi di genere maschile che al singolare terminano in (-o) formano il plurale in (-a) e diventano di genere femminile:
l’uovo – le uova
il miglio – le miglia
I nomi che terminano in (-co) e (-go) non seguono una regola precisa per la formazione del plurale, generalmente se sono piani (accentati sulla penultima sillaba) formano il plurale in (-chi) e (-ghi):
il cuoco – i cuochi
il fungo – i funghi
ma vi sono eccezioni come:
l’amico – gli amici
greco – greci
il porco – i porci
se invece sono sdruccioli (accentati sulla terzultima sillaba) formano il plurale in (-ci) e (-gi):
il medico – i medici
il sindaco – i sindaci
ma vi sono eccezioni come:
il catalogo – i cataloghi
il prologo – i prologhi
alcuni nomi possono usare entrambe le forme
lo stomaco – gli stomaci / gli stomachi
l’intonaco – gli intonaci / gli intonachi
I nomi che terminano in (-logo) formano il plurale in (-logi) se indicano persone e in (-loghi) se indicano cose:
il biologo – i biologi
lo psicologo – gli psicologi
il catalogo – i cataloghi
il prologo – i prologhi
I nomi che terminano in (-io) formano il plurale in (-ii) se hanno la (i) tonica (accentata) e in (i) se hanno la (i) atona (non accentata):
lo zio – gli zii
il pendio – i pendii
il foglio – i fogli
il cambio – i cambi
NOMI CON LA DESINENZA IN – E
I nomi che al singolare terminano in (-e), formano il plurale in (-i) sia se sono maschili sia se sono femminili:
il cane – i cani
il piede – i piedi
la canzone – le canzoni
l’informazione – le informazioni