I nomi composti

I nomi composti

I nomi composti

 

I nomi composti

I nomi composti sono quelli che uniscono due o più parole per dare origine a una nuova parola. La formazione del plurale di questi nomi dipende dal tipo di parole da cui sono costituiti.

  • Le parole formate da due sostantivi cambiano al plurale solamente la desinenza della seconda parola:

l’arcobaleno  –  gli arcobaleni 

l’autostrada  –  le autostrade

  • Le parole formate da un sostantivo + un aggettivo al plurale cambiano entrambe le parole:

la cartastraccia  –  le cartestraccie 

la cassaforte  –  le casseforti

  • Le parole formate da un aggettivo + un sostantivo al plurale cambiano solamente la desinenza della seconda parola:

l’altoparlante  –  gli altoparlanti 

il bassorilievo  –  i bassirilievi

  • Le parole formate da un verbo + un sostantivo plurale non cambiano al plurale:

il cavatappi  –  i cavatappi 

lo stuzzicadenti  –  gli stuzzicadenti

  • Le parole formate da un verbo + un sostantivo singolare di genere femminile non cambiano al plurale:

l’aspirapolvere  –  gli aspirapolvere 

il salvagente  –  i salvagente

  • Le parole formate da un verbo + un sostantivo singolare di genere maschile cambiano al plurale:

il parafango  –  i parafanghi 

il passaporto  –  i passaporti

  • Le parole formate da un verbo + un altro vero o da un verbo + un avverbio non cambiano forma al plurale:

il dormiveglia  –  i dormiveglia 

il viavai  –  i viavai

  • Le parole formate da una preposizione o avverbio + un sostantivo non seguono una regola costante, possono variare o rimanere invariati:

il doposcuola  –  i doposcuola 

il sottopassaggio  –  i sottopassaggi

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I nomi primitivi

I nomi primitivi

I nomi primitivi

 

I nomi primitivi

I nomi primitivi sono parole che derivano (in senso storico) direttamente da parole latine e non da altre parole italiane. 

I nomi primitivi sono composti solamente dalla radice (o morfema lessicale) che indica il significato e dalla desinenza (o morfema grammaticale) che indica il genere o il numero.

I nomi primitivi sono la base che da origine ai nomi derivati, i nomi alterati e i nomi composti.

tavolo 

casa 

albero

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I nomi derivati

I nomi derivati 

I nomi derivati

 

I nomi derivati 

I nomi derivati si originano partendo dai nomi primitivi, ma acquisiscono un significato differente dalla parola da cui derivano.

Carta: cartolaio, cartomante, cartiera, cartoccio, cartella, cartuccia, cartucciera, carteggio, incarto, incartamento, scartoccio, scartoffia, scarto, cartografo, cartografia, cartaceo.

La formazione di un nome derivato, avviene aggiungendo alla radice del nome primitivo degli elementi linguistici particolari, denominati morfemi modificanti.

Se questi morfemi sono situati davanti alla radice del nome si chiamano prefissi, se invece sono situati dopo la radice del nome si chiamano suffissi.

disonore (nome con prefisso

canile (nome con suffisso

ingrandimento (nome con prefisso e suffisso)

 

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I nomi alterati

I nomi alterati 

I nomi alterati

 

I nomi alterati 

I nomi alterati modificano i nomi primitivi da cui prendono forma, dandogli particolari sfumature di grandezza o piccolezza, di bellezza o bruttezza, di simpatia o disprezzo senza la necessità di utilizzare altre parole.

Per alterare un nome si utilizza un suffisso (chiamato suffisso alterativo) che viene aggiunto al nome primitivo. 

Dipendendo dalle qualità che esprimono, i nomi alterati si possono suddividere in: diminutivi, accrescitivi, vezzeggiativi e dispregiativi.

  • I nomi diminutivi indicano qualità di piccolezza, ma possono indicare anche affetto e intimità. I suffissi che si utilizzano maggiormente per realizzare i nomi diminutivi sono:  –ino, –etto, –ello, –icello, –icciolo, –olino e –otto

piattino (piatto

casetta  (casa

finestrella (finestra

campicello (campo

porticciolo  (porto)    

sassolino (sasso

aquilotto (aquila)

 

  • I nomi accrescitivi indicano qualità di grandezza, anche se a volte può avere un valore dispregiativo (vecchione, donnone, ecc.). Per realizzare un accrescitivo si utilizzano i suffissi: –one, –accione, –acchione:

portone (porta

omaccione (uomo

furbacchione (furbo)

  • I nomi vezzeggiativi hanno un significato si affetto, di simpatia, si usano per esprimere la propria vicinanza emotiva o fisica. Per realizzare un vezzeggiativo si utilizzano i suffissi: –uccio, –acchiotto, –olo, –otto, –uzzo:

cavalluccio (cavallo

orsacchiotto (orso

figliolo (figlio

ragazzotto (ragazzo

pietruzza (pietra)

  • I nomi peggiorativi o dispregiativi esprimono disprezzo, antipatia, avversione. Per realizzare un peggiorativo si utilizzano i suffissi: –accio, –astro, –azzo, –aglia, –ucolo, –onzolo, –uncolo, iciattolo:

ragazzaccio (ragazzo

giovinastro (giovane

amorazzo (amore

gentaglia (gente

poetucolo (poeta

mediconzolo (medico

ladruncolo (ladro

omiciattolo (uomo)

Bisogna fare attenzione con i nomi primitivi che presentano terminazioni uguali ai nomi alterati ma non lo sono, perché le loro sillabe finali non sono suffissi ma fanno parte della radice della parola:

bottone 

tacchino 

focaccia 

mattone

 

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I nomi composti

I nomi composti 

I nomi composti

 

I nomi composti 

I nomi composti sono formati dall’unione di due o più parole e danno origine a un nuovo nome con un significato differente. 

Le parole che si uniscono per formare i nomi composti possono essere di vario tipo:

Nome + nome: madreperla, pescecane, caposquadra

nome + aggettivo: pastasciutta, cartapesta, pellerossa

aggettivo + nome: altopiano, francobollo, mezzogiorno

aggettivo + aggettivo: dolceamaro, sordomuto, rossonero

avverbio + avverbio: malvolentieri

avverbio + aggettivo: sempreverde, malsano

avverbio + verbo: benestare

nome + verbo: manomettere

verbo + nome: portalettere, passaporto, parafango

verbo + verbo: dormiveglia, saliscendi, fuggifuggi

verbo + avverbio: posapiano

Preposizione (impropria) + nome: soprannome, sottoufficiale

Preposizione (impropria) + verbo: sottostimare

Nome + preposizione + nome: ficodindia

«Capo» + nome: capolavoro, capogiro, capoluogo, capodanno

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Il femminile dei nomi di professioni

Il femminile dei nomi di professioni

Il femminile dei nomi di professioni

 

Il femminile dei nomi di professioni

Non esistono regole chiare per la formazione del femminile dei nomi di professione, dato che per vari motivi di ordine sociale, la donna ha potuto accedere a molte di queste professioni da poco tempo.

Con i cambiamenti socioculturali avvenuti nel corso degli anni, professioni che anteriormente erano riservate solo agli uomini, sono ora comunemente praticate anche dalle donne; questo ha posto il problema linguistico di come si devono indicare i nomi femminili di tali professioni.

Dato che non esistono delle regole generali a riguardo, vediamo come dobbiamo comportarci per formare il femminile dei nomi di professioni o cariche:

con alcuni nomi si cambia la terminazione (-o) con la terminazione (-a):

il maestro – la maestra
il sarto – la sarta
il cuoco – la cuoca
il fornaio – la fornaia
il netturbino – la netturbina
il ballerino – la ballerina

con i nomi di professione che appartengono ai nomi comuni, cioè che sono uguali al maschile e al femminile, è sufficiente cambiare l’articolo che li antecede:

il preside – la preside
il regista – la regista
il cantante – la cantante
il farmacista – la farmacista
il dentista – la dentista
il giornalista – la giornalista
il musicista – la musicista
il parlamentare – la parlamentare

ma occorre prestare attenzione ad alcuni nomi dove anche la terminazione (-e) deve essere cambiata con la terminazione (-a):

l’infermiere – l’infermiera
il portiere – la portiera
il cameriere – la cameriera
il giardiniere – la giardiniera

con molti nomi che hanno la terminazione in (-tore) si cambia la terminazione in (-trice):

l’attore – l’attrice
lo scrittore – la scrittrice
il pittore – la pittrice
il senatore – la senatrice
l’ispettore – l’ispettrice
il direttore – la direttrice

con alcuni nomi di professioni si forma il femminile aggiungendo il suffisso (-essa) alla forma maschile:

il dottore – la dottoressa
il professore – la professoressa
lo studente – la studentessa

ma occorre fare attenzione a utilizzare il prefisso (-essa), perché alcune forme risultanti potrebbero avere una connotazione ironica e dispregiativa:

ministro – ministressa
filosofo – filosofessa
generale – generalessa
il medico – la medichessa
il giudice – la giudichessa
l’avvocato – l’avvocatessa
l’amministratore – l’amministratrice
il vigile – la vigilessa

in questi casi sarebbe opportuno usare il nome maschile anche per le donne o in altri casi aggiungere al nome maschile la parola “donna”:

l’avvocato Giuliana
l’amministratore Ivana

la donna poliziotto
la donna magistrato

anche se ultimamente, per evitare l’uso sessista della lingua, si tende ad usare la forma femminile con la terminazione (-a):

avvocato – avvocata
notaio – notaia
magistrato – magistrata
prefetto – prefetta

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