La forma impersonale dei verbi

GRAMMATICA ITALIANA AVANZATA

La forma impersonale dei verbi

La forma impersonale dei verbi

 

Esistono verbi che non hanno un soggetto determinato che compie l’azione come in queste frasi che indicano fenomeni atmosferici:

D’inverno nevica molto.
Durante il temporale lampeggia e tuona.

Questi verbi si dicono impersonali proprio perché l’azione non si può attribuire a nessuna persona o cosa determinata; questi verbi si usano solamente alla terza persona singolare.

Qualunque verbo può essere usato impersonalmente, mettendo la particella “si” davanti al verbo coniugato alla terza persona singolare o plurale:

In Italia si mangia la pizza.
In Italia si mangiano gli spaghetti.
Quando si parte?

Con i verbi riflessivi alla terza persona, nei quali è già presente il pronome “si”, la forma impersonale si ottiene premettendo la particella “ci” al pronome:

In campagna ci si alza presto.
Ci si veste in questa stanza.

Nel caso dei verbi composti, la forma impersonale si forma sempre con l’ausiliare essere anche nei casi in cui si dovrebbe usare l’ausiliare avere:

Abbiamo perso troppo tempo facendo questo lavoro.
(forma verbale personale: usa avere)

Si è perso molto tempo facendo questo lavoro.
(forma verbale impersonale: usa essere)

Fanno eccezione a questa regola i verbi atmosferici, i quali possono usare anche l’ausiliare avere nella forma impersonale:

Domenica ha piovuto tutto il giorno.
domenica è piovuto tutto il giorno.

Anche il verbo fare può essere usato impersonalmente e, con i tempi composti, usa l’ausiliare avere:

Oggi fa molto caldo.
Ieri ha fatto molto caldo.

Ci sono alcune espressioni che usano il verbo essere ed il verbo andare che, quando sono seguite da un aggettivo, da un sostantivo o da un avverbio, sono impersonali:

Va bene, ci vengo anch’io.
È incredibile, sei bravissima!
È ora di partire.
È necessario fare questo.

Sono impersonali anche i verbi che formano una proposizione soggettiva:

Sembra che cominci a piovere.
È successo che il professore non è arrivato.
Bastava fare attenzione per superare l’esame.

La forma riflessiva dei verbi

GRAMMATICA ITALIANA AVANZATA

La forma riflessiva dei verbi

La forma riflessiva dei verbi

 

Abbiamo visto che nella forma attiva il soggetto compie l’azione; nella forma passiva il soggetto subisce l’azione; nella forma riflessiva il soggetto compie l’azione e allo stesso tempo la subisce:

Marco si pettina.
Marco si veste.

Negli esempi possiamo vedere come Marco compie le azioni di pettinare e di vestire e allo stesso tempo le subisce, solamente che il complemento oggetto coincide con il soggetto che compie l’azione, quindi la stessa si riflette e ritorna sul soggetto stesso.

I verbi riflessivi sono preceduti da particelle pronominali che rappresentano il complemento oggetto su cui si riflette l’azione da essi indicata:

mi – ti – si – ci – vi

Le particelle pronominali anticipano sempre il verbo:

Mi addormento sempre presto.
Mi hanno detto che i tuoi figli si alzano molto presto per andare a scuola.

 ad eccezione dell’imperativo e dei modi indefiniti (infinito, participio e gerundio)

Alzati presto domani!
Domani non devo alzarmi presto.
Alzandosi velocemente, inciampò e cadde.
Alzatosi tardi non arrivò in tempo al lavoro.

Ci sono tre forme riflessive che, pur con l’apparenza di una forma riflessiva, non sono propriamente riflessive, vediamo quali sono:

–        La forma riflessiva apparente che pur essendo caratterizzata dall’uso delle particelle pronominali si tratta di una cosa diversa:

Gli studenti si lavano le mani prima di mangiare.

Se analizziamo questa frase d’esempio, possiamo notare chiaramente che il soggetto (gli studenti) non coincide con il complemento oggetto (le mani). Nonostante nell’aspetto esteriore questa frase sia uguale a una forma riflessiva, nella sostanza equivale a una forma transitiva con il complemento oggetto.

–        La forma riflessiva reciproca dove partecipano due soggetti nell’azione in cui uno non compie l’azione su sé stesso, ma verso l’altro:

Roberto e Francesca si abbracciano quando si incontrano.

Se analizziamo questa frase d’esempio, possiamo notare chiaramente che Roberto e Francesca non abbracciano sé stessi, ma esprime un’azione che Roberto e Francesca compiono in modo reciproco, ognuno verso l’altro.

–        La forma pronominale dove i verbi sono accompagnati dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci e vi che sono parte integrante di essi senza avere alcun valore riflessivo, sono infatti  verbi transitivi pronominali:

mi pento
ti accorgi
si vergona
ci arrendiamo
vi ribellate
si impadroniscono

In questi esempi le particelle pronominali non svolgono una funzione riflessiva, ma fanno parte in modo indissolubile del verbo e sono necessarie per la sua coniugazione.

Nel linguaggio colloquiale, le particelle mi, ti, si, ci e vi possono avere un valore puramente espressivo:

Mi sono mangiato una pizza buonissima.
Mi sono letto un libro bellissimo.

La forma attiva passiva dei verbi

GRAMMATICA ITALIANA AVANZATA

La forma attiva e la forma passiva dei verbi

 

La forma attiva passiva dei verbi

Quando descriviamo un’azione possiamo farlo in due forme diverse, per esprimere l’azione compiuta o è subita dal soggetto da parte di qualcuno che è denominato “agente”.

La mamma pettina il figlio. (forma attiva)
Il figlio è pettinato dalla mamma.  (forma passiva)

Nella prima frase d’esempio, il verbo ha forma attiva perché il soggetto compie l’azione, mentre nella seconda frase d’esempio il verbo ha forma passiva perché il soggetto subisce l’azione.

I verbi intransitivi non hanno la forma passiva, infatti questa è propria dei verbi transitivi, dove il vero agente della frase non è il soggetto, ma passa al complemento, che si chiama infatti complemento d’agente.

Sia nella forma attiva che nella forma passiva di un verbo, il significato non cambia, ciò che cambia è il risalto che viene dato a chi compie o a chi subisce l’azione.

Per costruire la forma passiva di un verbo viene usato l’ausiliare essere seguito dal participio del verbo e dalla preposizione “da” per riferirci al complemento d’agente:

Lo studente apre il libro.
Il libro è aperto dallo studente.

Il libro è (ausiliare essere) aperto (participio verbo apre) dallo (preposizione da) studente (complemento d’agente).

La forma passiva si può formare anche con il verbo “venire” invece dell’ausiliare “essere”:

Lo studente apre il libro.
Il libro viene aperto dallo studente.

Si può formare con le voci del verbo andare, stare, restare, rimanere + il participio passato del verbo:

La città andò distrutta durante il terremoto.
La città è stata distrutta durante il terremoto.
La città è rimasta distrutta durante il terremoto.

La forma passiva di un verbo si può ottenere mettendo la particella “si”, chiamata si passivante, davanti alla terza persona singolare o plurale del verbo di forma attiva:

In tutto il mondo si mangia la pizza.

Negli annunci commerciali si può trovare il “si” passivante unito al verbo:

Vendesi casa nel centro di Milano.

Quando trasformiamo una frase dalla forma attiva alla forma passiva dobbiamo prestare attenzione a due cose:

1 – Il complemento oggetto deve essere espresso, in caso contrario non è possibile perché non disponiamo dell’elemento che diventa soggetto:

Carlo canta ??
?? è cantata da Carlo

2 – Il participio del verbo deve concordare in genere e in numero con il nuovo soggetto:

La pizza è stata mangiata dal cane.
Le pizze sono state mangiate dal cane.

Verbi transitivi e verbi intransitivi

GRAMMATICA ITALIANA AVANZATA

Verbi transitivi e verbi intransitivi

Verbi transitivi e verbi intransitivi

Secondo il rapporto che i verbi stabiliscono con altre parole della frase per esprimere un’azione o un evento, si dividono in due classi: verbi transitivi e verbi intransitivi.

I verbi transitivi sono quelli che esprimono un’azione che passa (transita) o può passare direttamente (cioè senza il tramite di una preposizione) dal soggetto che la compie a una persona, animale o cosa che la riceve anche se questo è solamente sottinteso.

Carlo legge il giornale. (complemento espresso)
Carlo mangia. (complemento sottinteso)

In entrambi i casi Carlo compie un’azione che non si esaurisce nel soggetto ma passa direttamente sul complemento oggetto “il giornale” come nel primo esempio. Nel secondo esempio risulta evidente che l’azione di mangiare compiuta da Carlo deve effettuarsi su qualcosa che la riceve. Qualunque verbo transitivo può essere usato senza indicare il complemento oggetto.

I verbi intransitivi indicano uno stato, un modo di essere o esprimono un’azione che si esaurisce e rimane nel soggetto che la compie, senza poter passare a una persona, un animale o una cosa che la riceve.

Sono quelli che non ammettono un complemento diretto, cioè si collegano all’oggetto attraverso una preposizione:

La pioggia cadeva sui tetti.
I bambini andavano a scuola.

In questi esempi l’azione riguarda solo il soggetto e “non passa” su niente altro, infatti i tetti  e la scuola indicano il luogo dove si compie l’azione e non sono oggetto di essa.

Molti verbi sono solamente transitivi (come studiare, bere, scrivere) e molti sono solamente intransitivi (come tornare, ingrassare, morire, rimanere), ma ci sono anche verbi che possono essere sia transitivi che intransitivi:

Lo studente passa il libro al professore.
Lo studente passa attraverso le sbarre.

Nel primo caso il verbo passare è transitivo, infatti l’azione compiuta dallo studente, è ricevuta dal complemento oggetto “il libro”; nel secondo caso invece esso è intransitivo, infatti si esaurisce e rimane nel soggetto.

Alcuni verbi intransitivi diventano transitivi quando il complemento oggetto presenta la stessa radice del verbo e ne condivide il significato:

Mario viveva una vita pericolosa.
Da bambino ho pianto lacrime amare.

Altri verbi, inoltre, possono essere transitivi o intransitivi dipendendo dal loro significato:

I vicini hanno cambiato casa.
Il tempo è cambiato.

Dato che la maggior parte dei verbi transitivi possono essere usati senza indicare il complemento oggetto, è consigliabile consultare il dizionario, in caso di dubbi, per evitare errori.

Il gerundio e i suoi tempi

Il gerundio e i suoi tempi

Il gerundio e i suoi tempi

 

 

Il gerundio ha due tempi: il presente o gerundio semplice, che indica l’azione come contemporanea all’azione del verbo reggente, e il passato o gerundio composto, che indica un’azione anteriore a quella espressa dal verbo reggente:

Studiava ascoltando musica.
(mentre studiava)

Avendo studiato, comincio ad ascoltare musica.
(prima di ascoltare musica)

 

L’uso del gerundio passato è meno frequente e in genere viene sostituito con frasi esplicite:

Essendo passato con il semaforo in rosso, è stato multato.
(poco frequente)

E stato multato perché è passato con il semaforo in rosso.
(più frequente)

Il gerundio esprime un evento e può indicarne:

  • il tempo in cui avviene l’azione rispetto al verbo reggente

Correndo per la strada, incontro sempre Mario.
(quando incontro Mario)

  • la causa che determina l’azione del verbo reggente

Essendo molto stanco, sono andato a dormire.
(perché sono andato a dormire)

  1. Il modo in cui viene compiuta l’azione del verbo reggente

Parlava con gli amici, piangendo.
(in che modo parlava con gli amici)

Il gerundio può avere usi particolari molto frequenti nella lingua italiana in perifrasi che usano i verbi andare e stare:

  • per indicare un’azione che si sta svolgendo nel momento in cui parliamo:

Lasciami tranquillo che sto mangiando.

  • per indicare un’azione che si sta sviluppando:

Il tempo va migliorando.