L’interiezione o esclamazione

L’interiezione o esclamazione

L'interiezione o esclamazione

 

L’interiezione, o esclamazione, è una parte invariabile del discorso utilizzata per esprimere un moto improvviso dell’animo, come stupore, meraviglia, rammarico, gioia, rabbia, sdegno, paura e altre emozioni simili. Di norma, è seguita dal punto esclamativo. La parola «interiezione» deriva dal latino «intericere,» che significa «gettare in mezzo» e il suo significato letterale è «parola frapposta, intercalata«.

Funzione delle Interiezioni

Le interiezioni sono suoni o parole che esprimono emozioni o reazioni con diverse intonazioni, a seconda del sentimento e dell’intenzione dell’oratore. Esse possono essere semplici suoni come «oh!» o «ahi!» che equivalgono a frasi di senso compiuto, oppure parole di altre categorie grammaticali usate isolatamente per diversi scopi:

  • Esortazione: «Via!», «Basta!», «Coraggio!»
  • Manifestazione di stato d’animo: «Evviva!»
  • Imprecazione: «Accidenti!», «Porca miseria!»
  • Ordini: «Silenzio!»
  • Saluti: «Buongiorno!», «Ciao!»

Caratteristiche delle interiezioni

L’interiezione non si collega sintatticamente con altre parole nella frase. È una forma isolata che dà al discorso una precisa intonazione e può essere usata da sola per esprimere un messaggio completo, come «Oh!» per stupore o «Uffa!» per impazienza.

Classificazione delle interiezioni

Le interiezioni si dividono in:

  • Proprie: Parole usate esclusivamente come interiezioni.
  • Improprie: Parole che appartengono ad altre categorie grammaticali ma sono usate come interiezioni.
  • Locuzioni interiettive o esclamative: Frasi brevi usate per esprimere emozioni.

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Tipi di congiunzioni coordinanti

Tipi di congiunzioni coordinanti

Tipi di congiunzioni coordinanti

Tipi di congiunzioni coordinanti

In base al tipo di relazione logica che stabiliscono tra gli elementi che uniscono, le congiunzioni coordinate si suddividono in:

congiunzioni copulative:

sono usate per unire elementi o proposizioni in modo da aggiungere informazioni, dettagli o elementi al discorso. Queste congiunzioni servono a esprimere l’idea che ciò che segue è un’aggiunta o una continuazione di ciò che è stato detto precedentemente e consentono di costruire frasi più complesse, sottolineando che ci sono più elementi o dettagli da considerare.

Congiunzioni copulative positive: e, inoltre, anche, nonché, altresì…
Congiunzioni copulative negative: né, oppure, o… o, ma …
«Ho comprato pane e latte.» (aggiunge elementi alla lista della spesa)
«Maria studia italiano, inoltre, francese.» (aggiunge un’altra lingua allo studio di Maria)
«Luigi ha portato un cappello, anche una sciarpa.» (aggiunge oggetti portati da Luigi)
«L’hotel offre una piscina, nonché un centro benessere.» (aggiunge servizi offerti dall’hotel)
«La conferenza tratterà argomenti scientifici, altresì, temi etici.» (aggiunge un aspetto della conferenza)
«Non mi piacciono né il calcio né il basket.» (esclude entrambi gli sport dall’interesse)
«Puoi scegliere o il gelato oppure il cioccolato.» (esclude una delle opzioni)
«Puoi prendere l’autobus o il treno per raggiungere la città.» (esclude una delle modalità di trasporto)
«Non mi piace il calcio, ma il basket mi appassiona.» (aggiunge un interesse contrastante)

 

Congiunzioni esplicative o duchiarative:

vengono utilizzate per introdurre una spiegazione o una precisazione riguardo a ciò che è stato detto precedentemente in una frase. Queste congiunzioni servono a fornire ulteriori dettagli o a chiarire il significato di una affermazione. Sono utili quando si desidera fornire dettagli aggiuntivi o spiegazioni per garantire una migliore comprensione delle informazioni presentate nella frase.  

Cioè, ossia, infatti, vale a dire…
«Mi piacciono i colori caldi, cioè il rosso, l’arancione e il giallo.»
«Il mio hobby preferito, ossia la pittura, mi rilassa.»
«Ha sempre ragione, infatti non l’ho mai visto sbagliare.»
«Devi portare alcuni documenti, vale a dire la tua carta d’identità e il passaporto.»

 

Congiunzioni avversative:

si usano per esprimere un contrasto o una contraddizione tra due elementi, frasi o proposizioni in una frase. Queste congiunzioni indicano che ciò che segue rappresenta un’opposizione a ciò che è stato detto precedentemente. Sono utili per evidenziare le differenze, i contrasti o le contraddizioni tra le idee o le informazioni presentate in una frase, contribuendo così a una migliore espressione del pensiero.

Ma, però, tuttavia, nondimeno, eppure, anzi…
«Mi piace il gelato, ma non mi piace la torta.»
«Era tardi, però ho deciso di aspettare.»
«Era un compito difficile, tuttavia sono riuscito a portarlo a termine.»
«Era stanco, nondimeno ha continuato a lavorare.»
«Aveva poca esperienza, eppure ha ottenuto il lavoro.»
«Non mi ha deluso, anzi ha superato le aspettative.»

 

Congiunzioni aggiuntive:

collegano elementi all’interno di una frase o di una proposizione, indicando che ciò che segue è un’aggiunta o una continuazione di ciò che è stato detto precedentemente. Queste congiunzioni servono a espandere o sottolineare il discorso, evidenziando che ci sono ulteriori elementi o dettagli da considerare. Sono utili quando si vuole arricchire una frase con informazioni extra senza interrompere la sua coerenza, consentendo così la costruzione di frasi più complesse che mantengono la continuità del discorso.

Anche, inoltre, nonché, altresì, e …
«Mi piace il calcio, anche il tennis.»
«Ho comprato il pane, inoltre ho preso del formaggio.»
«Ha portato i fiori, nonché una scatola di cioccolatini.»
«Oltre al lavoro, ha responsabilità familiari altresì.»
«Ho visto il film e ho letto il libro.»

 

 

Congiunzioni disgiuntive:

sono utilizzate per collegare due o più opzioni o alternative, indicando che è possibile scegliere tra di esse. Queste congiunzioni evidenziano una separazione tra le opzioni presentate e spesso suggeriscono una scelta o un’alternativa tra le possibilità. Sono usate per presentare scelte o alternative e rendere più chiara la possibilità di fare una selezione tra le opzioni proposte.

o, oppure, ovvero, altrimenti …
«Prenderò il gelato alla vaniglia o al cioccolato.»
«Puoi studiare oggi oppure domani.»
«La festa sarà in giardino, ovvero all’interno della sala da pranzo, a seconda delle condizioni meteo.»
«Possiamo mangiare una pizza, altrimenti della pasta.»

 

 

Congiunzioni conclusive o illative:

si usano per collegare due proposizioni o frasi in modo da indicare che la seconda proposizione è una conclusione, una conseguenza o un risultato della prima proposizione. Queste congiunzioni sono utili per stabilire la coerenza e la connessione tra le idee all’interno di un testo o di una conversazione.

Quindi, perciò, dunque, pertanto, allora …
«Stava piovendo, quindi sono rimasto a casa.»
«Hai studiato molto, perciò dovresti ottenere un buon voto all’esame.»
«Non avevo soldi con me, dunque non ho potuto comprare il biglietto.»
«Ha piovuto tutto il giorno, pertanto la gita è stata annullata.»
«Hai fame, allora dobbiamo preparare la cena.»

 

Congiunzioni correlative:

sono coppie di congiunzioni usate per collegare elementi o proposizioni in modo coordinato e per esprimere relazioni complesse tra di loro. Queste coppie di congiunzioni lavorano insieme per unire parti del discorso o del testo in una struttura bilanciata. Sono utili per enfatizzare le relazioni tra le parti del discorso e per costruire frasi complesse e articolate, aiutando a chiarire le relazioni tra le idee o le informazioni presentate nel testo.

«sia… sia», «non solo… ma anche», «o… o», «né… né», «tanto… quanto» …
«Sia Maria sia Paolo parteciperanno alla riunione.»
«Non solo Maria è intelligente, ma anche molto creativa.»
«Puoi scegliere o il gelato o il cioccolato.»
«Non ho né tempo né denaro per questo viaggio.»
«Ho studiato tanto quanto tu.»

La funzione delle congiunzioni

La funzione delle congiunzioni

La funzione delle congiunzioni.

La funzione delle congiunzioni

 

Le congiunzioni possono essere suddivise in due gruppi in base alla loro funzione e alla relazione che stabiliscono. Questa classificazione ci aiuta a identificarle e utilizzarle correttamente, rendendo la nostra comunicazione più chiara ed efficace.

In base alla loro funzione, le congiunzioni si possono suddividere in Congiunzioni coordinanti (o coordinative) e congiunzioni subordinanti (o subordinative).

Congiunzioni coordinanti (o coordinative)

Le congiunzioni coordinanti, sono quelle che collegano due parole o proposizioni in una frase che sono grammaticalmente simili, cioè hanno la stessa forma o svolgono la stessa funzione all’interno della frase. Ad esempio, nella frase:

«Luca mangia una pizza e beve un’aranciata»

i verbi «mangia» e «beve» sono grammaticalmente simili perché entrambi esprimono azioni eseguite da Luca. Allo stesso modo, nella frase:

«Ho comprato una maglietta verde e un berretto rosso»

gli aggettivi «verde» e «rosso» sono grammaticalmente simili perché descrivono entrambi i sostantivi «maglietta» e «pantaloni».

Le congiunzioni subordinanti (o subordinative)

Le congiunzioni subordinanti, hanno la funzione di collegare due proposizioni in una frase, mettendole in una situazione d’indipendenza una dall’altra. Queste proposizioni si trovano su piani diversi di importanza all’interno della frase. Una delle proposizioni, chiamata «reggente«, è la più importante e nella maggior parte dei casi è la principale. L’altra proposizione, chiamata «subordinata«, completa il significato della reggente, ma è dipendente da essa e da sola non dà un’informazione completa. 

Ad esempio, nella frase:

Ho aiutato Marco perché finisse prima il lavoro.

In questa frase la proposizione “Ho aiutato Marco” è la reggente, mentre la proposizione “finisse il lavoro” è la subordinata. La congiunzione “è” stabilisce il rapporto di subordinazione portando la proposizione “finisse il lavoro” a dipendere dalla proposizione ”Ho aiutato Marco”, senza la quale non darebbe un’informazione completa.

La forma delle congiunzioni

La forma delle congiunzioni

La forma delle congiunzioni

Riguardo alla forma, le congiunzioni si suddividono in tre tipi principali: semplici, composte e locuzioni congiuntive.

La principale differenza tra le tre tipologie di congiunzioni sta nella loro composizione e nel tipo di parole o frasi che collegano tra di loro.

Le congiunzioni semplici

Le congiunzioni semplici sono costituite da una sola parola, come ad esempio: e, o, ma, né, anche, come, che, pure, però, se:

Marco e Maria sono andati al cinema.
Vado al mare o in montagna per le vacanze.
Non ho tempo voglia di uscire stasera.

Le congiunzioni composte

Le congiunzioni composte, invece, sono costituite da due o più parole unite insieme, come ad esempio: oppure (o + pure), poiché (poi + che), perché (per + che), purché ( pur + che), sebbene (se+bene), infatti (in+fatti), allorché (allora+che), affinché (fino+a+che), siccome (si+come), ecc. 

Sembra anche sano poiché contiene pollo.
Devo terminare il progetto entro domani, altrimenti perderò il lavoro.
Ciò è essenziale affinché venga accettato.

Le locuzioni congiuntive

Le locuzioni congiuntive sono costituite da più parole scritte separatamente, che nel loro insieme hanno la funzione di congiunzioni, come ad esempio:

per quanto, per il fatto che, dal momento che, ogni volta che, anche se, a patto che, non appena, anche se, a meno che, in quanto, di modo che, in caso che, nonostante che, atteso che, così che, dato che, ecc.

Non troverai lavoro, a meno che non cominci a cercarlo.
Sembravano completamente impossibili, dal momento che nessuno era interessato.
Possiamo considerare un accordo, a patto che noi ne usciamo vincenti.

La congiunzione

La congiunzione

 

La congiunzione

La congiunzione svolge un ruolo fondamentale nell’organizzazione e nell’articolazione del discorso poiché consente di unire due o più frasi in una sola frase. Ad esempio, la frase:

“devo andare dai miei genitori e dai miei nonni”

è il risultato di un’operazione sintattica che unisce le frasi “devo andare dai miei genitori” e “devo andare dai miei nonni” attraverso la congiunzione e. In questo modo, le due frasi unite tra loro con l’unificazione degli elementi identici, permette di ottenere la frase finale: “devo andare dai miei genitori e dai miei nonni”.

In italiano, le congiunzioni possono essere classificate secondo la loro forma, la loro funzione o il loro tipo.

In base alla loro forma le coniugazioni si possono suddividere in tre categorie:

  1. le congiunzioni semplici, formate da una sola parola, come “e”, “o”, “ma”, “come”, “che”, “né” ecc.
  2. le congiunzioni composte, formate da due o più parole unite insieme, come “oppure”, “neanche”, “sebbene”, “allorché”, “nondimeno” ecc.
  3. le locuzioni congiuntive, formate da più parole scritte separatamente, come “per il fatto che”, “di modo che”, “dal momento che”, “per la qual cosa” ecc.

 

In base alla loro funzione, le coniugazioni si possono suddividere in due categorie principali: coordinanti e subordinanti.

Le congiunzioni coordinanti uniscono due o più elementi della frase che hanno la stessa funzione grammaticale all’interno di una frase, come soggetti o complementi.

Ad esempio, la congiunzione “e” unisce due parole o due frasi che esprimono un’aggiunta o un’enumerazione, nella frase:

“Luca mangia la mela e beve l’acqua”

la congiunzione “e” unisce due verbi che hanno lo stesso soggetto (Luca) e la stessa funzione sintattica (“mangia” e “beve” sono entrambi predicati).

Le congiunzioni subordinanti, invece, collegano frasi che non hanno lo stesso valore grammaticale, ma una di esse dipende dall’altra, in cui una delle proposizioni (la subordinata) ha un ruolo meno importante rispetto all’altra (la principale). Inoltre, la proposizione dipendente non può esistere da sola, ma ha bisogno della proposizione principale per avere senso.

Ad esempio, nella frase:

“Mentre Luca mangiava la mela, guardava la televisione”

la congiunzione “mentre” unisce due proposizioni, ma la seconda (“guardava la televisione”) dipende dalla prima (“Luca mangiava la mela”) perché descrive cosa stava facendo Luca durante l’azione di mangiare.

In base al loro tipo, le congiunzioni si possono suddividere in:

  • Congiunzioni copulative
  • Congiunzioni disgiuntive
  • Congiunzioni avversative
  • Congiunzioni causali
  • Congiunzioni finali
  • Congiunzioni condizionali
  • Congiunzioni temporali

Le preposizioni proprie

Le preposizioni proprie

Le preposizioni proprie

 

Le preposizioni proprie

 

Le preposizioni proprie formano un gruppo che svolge unicamente la funzione di preposizione all’interno della frase e possono essere suddivise in due categorie: le preposizioni semplici e le preposizioni articolate.

Dal punto di vista della forma, le preposizioni proprie sono tutte semplici, ovvero costituite da una sola parola invariabile. Tuttavia, alcune di esse, quando sono seguite dall’articolo determinativo, si combinano con le diverse forme dell’articolo per formare le cosiddette preposizioni articolate, che diventano quindi variabili.  

Le preposizioni proprie assumono significati specifici a seconda del contesto in cui vengono utilizzate e non hanno un significato intrinseco. Il loro significato dipende dalle parole che le seguono o precedono nella frase. Le preposizioni proprie sono utilizzate per indicare la relazione tra due elementi della frase, e possono indicare la posizione, il movimento, la causa, la finalità, la modalità e altri aspetti delle relazioni tra le parole.

LE PREPOSIZIONI SEMPLICI

Le preposizioni semplici sono particelle invariabili costituite da una sola parola, che non si uniscono mai all’articolo determinativo e si presentano come parole autonome.

Le preposizioni semplici sono particelle invariabili costituite da una sola parola, che si presentano come parole autonome. A differenza delle preposizioni articolate, le preposizioni semplici non si uniscono mai all’articolo determinativo. Come tutte le preposizioni, le preposizioni semplici richiedono un complemento, che può essere un sostantivo, un pronome, un verbo all’infinito o un gruppo di parole.  Inoltre, il complemento può essere costituito anche da un’intera proposizione, che a sua volta può essere introdotta da una congiunzione subordinante come «che» o «se».

In italiano, le preposizioni semplici sono le seguenti:

Di – A – Da –In – Con – Su – Per – Tra/Fra (in alternanza per ragioni d’eufonia)

Ciascuna di queste preposizioni ha diversi utilizzi e funzioni, e possono essere utilizzate per indicare diverse relazioni spaziali, temporali, logiche e di altro tipo tra gli elementi di una frase.

La corretta comprensione dell’uso delle preposizioni semplici è fondamentale per la padronanza della lingua italiana e per la scrittura e l’interpretazione di frasi corrette e fluide.

LE PREPOSIZIONI ARTICOLATE

Le preposizioni articolate sono delle particolari forme di preposizioni in cui si unisce un articolo determinativo alla preposizione stessa.  Questa è una particolarità della lingua italiana che richiede una corretta utilizzazione per evitare errori e fraintendimenti.

Le preposizioni articolate consentono di evitare l’uso di due parole separate, preposizione e articolo, e di ottenere una forma contratta.

Le preposizioni semplici di, a, da, in e su, sono le uniche preposizioni in cui è obbligatoria la fusione tra la preposizione e l’articolo determinativo. In altre parole, queste preposizioni richiedono necessariamente l’unione con l’articolo determinativo per formare la preposizione articolata e non possono essere utilizzate separatamente.

Le preposizioni articolate obbligatorie sono comunemente utilizzate nella lingua italiana per esprimere diverse relazioni tra le parole e la loro forma contratta è ampiamente usata nella lingua parlata e scritta.

Tuttavia, non tutte le combinazioni tra preposizione e articolo sono accettabili nella lingua italiana. Alcune di queste combinazioni sono scomparse, mentre altre sono cadute in disuso. Ad esempio, le preposizioni articolate collo, colla, cogli e colle si trovano solo in testi antichi o di registro letterario, mentre le forme col e coi sono ancora molto comuni anche nei testi di registro colloquiale e nel parlato.

D’altra parte, la fusione con le preposizioni con e per è ormai facoltativa e poco utilizzata. Per esempio, l’espressione «col libro» è ormai poco usata, mentre si preferisce utilizzare la forma distinta «con il libro«. Allo stesso modo, la forma «pel cane» è meno utilizzata rispetto alla forma «per il cane«.

Infine, è importante notare che le preposizioni tra e fra non ammettono la fusione con l’articolo e devono sempre essere utilizzate in forma distinta.

Le preposizioni articolate

Alcuni esempi di frasi che utilizzano le preposizioni articolate sono:

Vado al cinema stasera.

Il libro è nella libreria.

Andiamo dal parrucchiere oggi pomeriggio.

Siamo arrivati all’aeroporto molto presto.

Le preposizioni articolate possono anche essere usate per indicare la provenienza o la destinazione di un’azione.

Ad esempio:

Vengo dal lavoro e sono molto stanco.

Vado al mare con gli amici.

Il treno per Milano parte dalla stazione centrale.

Inoltre, le preposizioni articolate possono essere utilizzate anche in modo idiomatico in alcune espressioni fisse della lingua italiana, come ad esempio:

«dal vivo» o «in primo piano».

In sintesi, le preposizioni articolate sono forme contratte di preposizioni semplici e articoli determinativi che consentono di evitare l’uso di due parole separate e rendono più scorrevole la lingua parlata e scritta.

Il significato delle preposizioni

Il significato delle preposizioni

Il significato delle preposizioni

 

Il significato delle preposizioni

 

Il significato delle preposizioni dipende dal contesto in cui vengono utilizzate, ma in generale indicano una relazione di posizione, direzione, tempo, modo, causa, scopo, origine, mezzo, ecc. tra due elementi della frase.

Le preposizioni proprie sono generiche quanto al significato. Ciascuna di esse, pur avendo un suo significato fondamentale, può assumere significati diversi a seconda del tipo di relazione che stabilisce tra le parole e non possono essere sostituite senza alterare il significato della frase.

Le preposizioni improprie, al contrario delle preposizioni proprie, hanno ciascuna un significato ben preciso e possono essere sostituite da altre parole senza alterare il significato della frase.

Le locuzioni prepositive sono gruppi di due o più parole che hanno la funzione di preposizione e che anch’ esse insieme esprimono un significato specifico, sono spesso utilizzate per esprimere sfumature di significato più precise rispetto alle preposizioni proprie o improprie.

 

La preposizione

La preposizione

La preposizione

La preposizione

La preposizione è una parte del discorso che indica la relazione tra due parole o gruppi di parole all’interno di una frase. Le preposizioni sono parole invariabili che precedono un sostantivo, un pronome o un’altra parola che richiede il loro uso, e servono a specificare la relazione tra tale elemento e un altro termine della frase.

Il termine «preposizione» deriva dal latino «praepositio«, che significa «posizionato prima«. Infatti, le preposizioni sono posizionate prima di un sostantivo, un pronome o un’altra parola che ne richiede l’uso.

Le preposizioni possono indicare la posizione, il tempo, la direzione o la relazione tra le parole all’interno della frase. Ad esempio, nella frase «La bicicletta è accanto al muro«, la preposizione «accanto» indica la posizione della bicicletta rispetto al muro.

Le preposizioni sono importanti per la grammatica e per la comprensione della lingua, perché la loro posizione e la loro scelta possono influire sul significato della frase.

Per avere un’idea della loro importanza, basta provare a eliminare le preposizioni da un testo, per renderci conto di quanto difficile sia comprendere il messaggio che trasmette:

Io vado ufficio ogni giorno 8 mattino. Lavoro i miei colleghi progetti importanti. Spesso mangiamo insieme pausa pranzo. Dopo lavoro, torno casa macchina arrivo sempre 6 sera.

Con l’aggiunta delle preposizioni, tutto diventa comprensibile:

Io vado in ufficio ogni giorno alle 8 del mattino. Lavoro con i miei colleghi su progetti importanti. Spesso mangiamo insieme durante la pausa pranzo. Dopo il lavoro, torno a casa in macchina e arrivo sempre verso le 6 di sera.

Le preposizioni sono quindi una parte essenziale della struttura della frase e della grammatica, poiché determinano la relazione tra le parole e il significato complessivo della frase. Senza preposizioni, le frasi risulterebbero prive di significato preciso e di coesione sintattica.

Preposizioni funzionali subordinanti

Le preposizioni sono chiamate anche «funzionali subordinanti» perché svolgono una funzione grammaticale specifica all’interno della frase e creano una relazione subordinata tra le parole o le frasi che collegano. In altre parole, le preposizioni non hanno un significato proprio, ma servono a specificare il ruolo delle parole o delle frasi che seguono rispetto ad altre parti della frase, fungendo da connettivo tra la proposizione subordinata e la proposizione principale, creando una dipendenza sintattica tra le due.

Ad esempio, nella frase «ho preso il libro dalla libreria«, la preposizione «dalla» indica la provenienza del libro e stabilisce una relazione subordinata tra il libro e la libreria. In questo caso, la preposizione «dalla» svolge una funzione grammaticale subordinante, perché la sua presenza modifica il ruolo sintattico della parola «libreria» nella frase.

Le preposizioni funzionali subordinanti sono un importante elemento di coesione testuale, in quanto consentono di creare legami tra le diverse parti del testo, garantendo la coerenza e la coesione della comunicazione.

Nella grammatica italiana, le preposizioni possono essere descritte sia in termini di funzione, che di significato.

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La funzione delle preposizioni

La funzione delle preposizioni

La funzione delle preposizioni

La funzione delle preposizioni

In italiano, le preposizioni si suddividono in tre tipi in base alla loro funzione all’interno di una frase: preposizioni proprie, preposizioni improprie e locuzioni prepositive.

Le preposizioni proprie

Le preposizioni proprie sono quelle che non hanno un significato specifico e sono utilizzate per indicare una posizione, un movimento, una relazione di tempo o di modo. Esempi di preposizioni proprie sono «di», «a», «da», «in», «con», «su», «per», «tra» e «fra». Queste preposizioni possono essere usate in modo semplice, cioè senza essere unite a un articolo determinativo. Come per esempio:

«vado a casa», «sono con gli amici», «mangio per vivere».

Tuttavia, alcune preposizioni possono anche essere utilizzate in modo combinato con gli articoli determinativi, per formare preposizioni articolate, come «del», «agli», ecc.

Le preposizioni improprie

Le preposizioni improprie sono quelle che possono avere più di un significato e possono essere utilizzate in modo non letterale. Esempi di preposizioni improprie sono:

«contro», «presso», «oltre» .

Queste preposizioni possono essere precedute o seguite da un articolo determinativo, ma non sempre lo richiedono. Ad esempio:

» verso gli altri», «contro il muro», «dentro l’idea».

Le locuzioni prepositive

Le locuzioni prepositive sono gruppi di parole che funzionano come preposizioni e hanno un significato specifico. Le locuzioni prepositive possono essere composte da due o più parole. Alcune esempi di locuzioni prepositive sono:

«a causa di», «a proposito di», «in base a», «in vista di».

Le locuzioni prepositive non possono essere divise, ovvero non possono essere separate da altre parole all’interno di una frase.

La scelta della preposizione corretta dipende dal contesto e dal significato che si vuole esprimere.

Esercizi sul genere dei nomi

Esercizi sul genere dei nomi

Esercizi sul genere dei nomi

Esercizi sul genere dei nomi

ISTRUZIONI DEGLI ESERCIZI

Qui puoi trovare diversi tipi di esercizi sul genere dei nomi totalmente interattivi. Scegli l’esercizio che preferisci e segui attentamente le istruzioni indicate per poterlo completare. Alla fine dell’esercizio riceverai una valutazione riguardante il tuo livello di preparazione con l’elenco delle risposte corrette e delle risposte sbagliate che hai fatto. Per ogni risposta sbagliata ti viene indicata qual era la risposta corretta.

Se ricevi una valutazione insufficiente ti consiglio di ripassare la materia e rifare l’esercizio fino ad ottenere il voto minimo.

 

Seleziona l’opzione corretta

Per ogni nome devi selezionare se è di genere maschile, femminile o ambo. Ci sono 20 nomi che ti permettono di mettere in pratica quanto hai appreso nella lezione relativa al genere dei nomi. Quando finisci l’esercizio, automaticamente dopo alcuni secondi apparirà la percentuale di risposte corrette che hai selezionato con un avviso che ti dice se hai superato la prova.


Seleziona i nomi di genere femminile

Questa attività si compone di un testo dove ogni parola può essere selezionata con il mouse in maniera indipendente. Devi selezionare, facendo clic con il mouse su di esso, solamente i nomi di genere femminile. Quando hai completato l’attività, puoi fare clic sul pulsante azzurro <Verifica> per vedere il punteggio ottenuto. Se non sei riuscito/a a trovare tutti i nomi di genere femminile, fai clic sul pulsante azzurro <Mostra soluzione> per vedere quali erano le parole che dovevi selezionare. Se vuoi rifare l’esercizio fai clic su <Riprova>.


 

Seleziona l’opzione corretta

In questa attività ti vengono offerti dei nomi. Devi scegliere fra le quattro opzioni offerte nella parte sottostante, quella che descrive correttamente che tipo di informazione offre il nome proposto riguardo al genere. Fai clic su di essa con il mouse. Quando hai finito l’esercizio potrai vedere il risultato. Se vuoi puoi vedere gli errori che hai commesso facendo clic con il mouse sul pulsante azzurro <Mostra soluzione> o puoi rifare l’esercizio facendo clic sul pulsante azzurro <Riprova>.


 

Seleziona il genere dei nomi

Questa attività si compone di diversi nomi che possono essere selezionati con il mouse in maniera indipendente. Devi indicare il genere dei nomi facendo clic con il mouse sulla lettera [M] se il nome è di genere maschile, sulla lettera [F] se il nome è di genere femminile e sulle lettere [MF] se il nome può essere sia di genere maschile che di genere femminile. Quando hai finito l’esercizio, puoi fare clic sul pulsante azzurro <Verifica> per vedere il punteggio ottenuto. Se non sei riuscito/a a selezionare tutti i generi dei nomi correttamente, fai clic sul pulsante azzurro <Mostra soluzione> per vedere quali erano le parole che dovevi selezionare. Se vuoi rifare l’esercizio fai clic su <Riprova>.


 

Rispondi alle domande

Leggi il seguente testo e poi rispondi alle domande che seguono, scrivendo il numero della risposta nelle caselle bianche. Non prendere in considerazione i nomi di persona e neanche i nomi di città. Fai attenzione a non confondere i nomi con altre parti grammaticali come potrebbero essere gli aggettivi o i pronomi Quando hai completato l’esercizio, puoi fare clic sul pulsante azzurro <Verifica> per vedere il punteggio ottenuto. Se non sei riuscito/a a scrivere correttamente i numeri richiesti, fai clic sul pulsante azzurro <Mostra soluzione> per vedere quali sono stati gli errori che hai fatto. Se vuoi rifare l’esercizio fai clic su <Riprova>.


Trova gli errori nel testo

Questa attività si compone di un testo dove le parole possono essere selezionate con il mouse in maniera indipendente. In questo testo ci sono 10 errori riguardanti il genere dei nomi che è stato scritto in maniera sbagliata. Devi trovare gli errori e selezionarli con il mouse facendo clic su di essi. Quando hai finito l’esercizio, puoi fare clic sul pulsante azzurro <Verifica> per vedere il punteggio ottenuto. Se non sei riuscito/a a trovare tutti gli errori, fai clic sul pulsante azzurro <Mostra soluzione> per vedere quali erano le parole che dovevi selezionare. Se vuoi rifare l’esercizio fai clic su <Riprova>.