Colori al mercato – Prova di comprensione di lettura

Prova di comprensione di lettura facile

Colori al mercato

Un sole caldo ma non fastidioso inondava la città. In quelle condizioni era bello passeggiare spensieratamente per le vie rumorose del mercato. 

Le bancarelle dei fruttivendoli si alternavano a quelle dei macellai e dei pescivendoli.

Nelle prime facevano viva mostra di sé rosse fragole, verdi zucchine, gialli meloni, bianchi funghi, melanzane violette, arance dorate; i macellai esaltavano a gran voce la bontà delle loro bistecche rossastre, delle lunghe matasse di salsiccia, il prezzo convenientissimo degli ultimi grossi cotechini rimasti.

Nelle ceste delle pescherie, guizzanti anguille tentavano invano di scivolare fuori dai viscidi contenitori di plastica, mentre immobile il pesce azzurro emanava riflessi argentei. 

Con le sporte rigonfie di cibarie i compratori si incrociavano a fatica nelle strette stradine, si mettevano in fila per acquistare altre vivande, nelle bancarelle che non avevano ancora visitato.

L. Lelli

 

 

 

 

 

ESERCIZIO INTERATTIVO DI COMPRENSIONE DI LETTURA

Metti a prova la tua comprensione di lettura con il seguente esercizio, Dopo aver letto attentamente il testo anteriore completa le affermazioni che seguono scegliendo una delle quattro possibilità.

Welcome to your Colori al mercato – Prova di comprensione di lettura facile

Il sole

Le bancherelle

Nelle bancherelle dei fruttivendoli

I macellai gidavano

Alcuni prodotti che vendeva il macellaio

Al mercato si poteva

Le anguille

I compratori

 

Il gerundio e i suoi tempi

Il gerundio e i suoi tempi

Il gerundio e i suoi tempi

 

 

Il gerundio ha due tempi: il presente o gerundio semplice, che indica l’azione come contemporanea all’azione del verbo reggente, e il passato o gerundio composto, che indica un’azione anteriore a quella espressa dal verbo reggente:

Studiava ascoltando musica.
(mentre studiava)

Avendo studiato, comincio ad ascoltare musica.
(prima di ascoltare musica)

 

L’uso del gerundio passato è meno frequente e in genere viene sostituito con frasi esplicite:

Essendo passato con il semaforo in rosso, è stato multato.
(poco frequente)

E stato multato perché è passato con il semaforo in rosso.
(più frequente)

Il gerundio esprime un evento e può indicarne:

  • il tempo in cui avviene l’azione rispetto al verbo reggente

Correndo per la strada, incontro sempre Mario.
(quando incontro Mario)

  • la causa che determina l’azione del verbo reggente

Essendo molto stanco, sono andato a dormire.
(perché sono andato a dormire)

  1. Il modo in cui viene compiuta l’azione del verbo reggente

Parlava con gli amici, piangendo.
(in che modo parlava con gli amici)

Il gerundio può avere usi particolari molto frequenti nella lingua italiana in perifrasi che usano i verbi andare e stare:

  • per indicare un’azione che si sta svolgendo nel momento in cui parliamo:

Lasciami tranquillo che sto mangiando.

  • per indicare un’azione che si sta sviluppando:

Il tempo va migliorando.

 

 

 

Il participio e i suoi tempi

Il participio e i suoi tempi

Il participio e i suoi tempi

 

 

Il participio è un modo che “partecipa” sia nelle caratteristiche del un verbo sia di quelle dell’aggettivo. Come verbo, infatti, esprime un’aziono o un modo di essere; come aggettivo funziona da attributo di un nome, con cui concorda in genere e in numero:

Un rumore irritante mi svegliò.
come verbo, indica un’azione = “che irritava”
come aggettivo, concorda in genere e numero con il nome rumore

La medicina scaduta fu buttata via.
come verbo, indica un modo di essere = “che era scaduta”
come aggettivo, concorda in genere e numero con il nome medicina.

Il participio ha due tempi, entrambi semplici: il presente e il passato.

Il participio presente è usato soprattutto come aggettivo e, quindi, come attributo di un nome:

Paolo mi ha raccontato una storiella molto divertente.
Laura ha un bel viso sorridente.

Come aggettivo, il participio presente può essere sostantivato e, quindi, usato come nome:

Questo brillante è molto prezioso.
Un famoso cantante è caduto dal palco.

In funzione di verbo, il participio presente è di uso raro. Lo si trova nei testi letterari o nei testi appartenenti al linguaggio della burocrazia. Oggi, al posto del participio presente, nella lingua parlata e scritta si usa per lo più una proposizione relativa: “Dalla folla occorrente (più usuale: che occorreva) da tutte le parti, si levò un grido.

Anche il participio passato (lodato, -a, -i, -e) funziona sia come aggettivo sia come verbo. Come aggettivo funge da attributo di un nome, con cui concorda in genere e numero:

La polizia catturò subito i banditi evasi.

Spesso il participio passato viene sostantivato e usato come nome: l’evaso, un laureato, gli invitati, il gelato, ecc.

Come verbo, il participio passato, unito all’ausiliare essere, serve a costruire tutti i tempi  delle forme passive:

Paolo e Laura sono stati lodati da tutti.

Unito agli ausiliari essere e avere serve a formare i tempi composti di tutti i verbi:

Siamo tornati ieri.
Ti ho spedito il pacco per posta.

Sempre come verbo, il participio passato viene anche usato come elemento centrale di proposizioni dipendenti, con valore temporale o causale, cioè con il significato di “dopo che” o “poiché”:

Risolto il problema, tutta la controversia finì in nulla.
Spaventati dal rumore, i ladri fuggirono.

 

 

 

infinito e i suoi tempi

L’ infinito e i suoi tempi

L' infinito e i suoi tempi

 

 

L’infinito esprime il semplice significato del verbo, cioè esprime solo l’evento, l’azione, il fatto o la situazione indicati dal verbo:

correre                apparire              nascere               spiegare

L’infinito ha due tempi: uno semplice, il presente e uno composto il passato.

Nelle proposizioni indipendenti l’infinito viene usato:

  • per  esprimere un ordino o dare un’istruzione, in luogo dell’imperativo:

Circolare! Circolare!

  • Per esprimere un comando negativo o un divieto:

Non aprire quella porta!
Non compare quelle scarpe!

  • In frasi interrogative ed esclamative:

Che pensare?
Io venire alla tua festa?
Poterlo comprare!

Spesso l’infinito viene sostantivato e usato come nome:

Lavorare stanca.
Fummo svegliati dall’abbaiare dei cani.
L’aver studiato molto gli fu molto utile.

Ma, l’infinito si usa soprattutto nelle proposizioni dipendenti. In esse, l’infinito presente esprime un’azione contemporanea o successiva rispetto a quella della proposizione reggente:

Credo di conoscerlo bene.
Credevo di conoscerlo bene.
Spero di rivederti presto.

L’infinito passato, invece, indica un’azione anteriore a quella della reggente:

Penso di aver capito.
Temeva di aver sbagliato.

 

 

 

 

 

 

Modi indefiniti

Modi indefiniti

Modi indefiniti

 

I modi indefiniti sono tre:

l’infinito
il participio
il gerundio

Essi sono caratterizzati dal fatto di non avere forme diverse per indicare la persona o il numero e di essere vicini, per la funzione che svolgono, ai nomi e agli aggettivi.

Per questo vengono anche chiamati forme nominali del verbo.

 

 

 

Modo imperativo

Modo imperativo

Modo imperativo

 

Modo imperativo

 

 

L’imperativo è il modo che si usa per esprimere un ordine, un comando, un suggerimento, un invito, una preghiera o un divieto:

Tacete immediatamente!
Sii gentile, aiuta il tuo amico!
Prendi un’altra fetta di torta!

L’imperativo ha un solo tempo, il presente, perché non si possono dare ordini per il passato, e ha forme proprie solo per le seconde persone.

Per le altre persone, si usano le corrispondenti forme del congiuntivo presente (congiuntivo esortativo):

Si sieda.
Forza, diamo una mano anche noi.
Vengano pure avanti, signori.

Per esprimere un ordine o dare istruzioni si puo usare l’infinito, che, in questo caso, funziona da imperativo impersonale:

Circolare! Circolare!
Spalmare leggermente sulla parte indolenzita.
Conservare al riparo dalla luce.

Il comando negativo – un divieto o una proibizione – si esprime nella seconda persona singolare con l’avverbio “non” seguito dall’infinito:

Non parlare!
Non alzarti presto!

Per le altre persone si usano le forme dell’imperativo e del congiuntivo esortativo:

Non parli!
Non parliamo più!
Non parlate!
Non vengano!

 

 

 

 

Condizionale passato

Condizionale passato

condizionale-passato-avere

 

 

condizionale-passato-essere

 

Il condizionale passato si usa per indicare un evento che si sarebbe verificato nel passato se si fosse attuata, sempre nel passato, una certa condizione:

Se avessi avuto più tempo, avrei finito tutto il lavoro.

Come il presente, il condizionale passato si usa anche per esprimere un dubbio, un’opinione personale o una supposizione, ma riferita al passato:

A chi avrei dovuto rivolgermi?
Non avresti dovuto farlo.

A quanto si dice, qualcuno avrebbe avvertito con una telefonata la polizia prima dell’attentato.

 

 

 

Condizionale presente

Condizionale presente

Condizionale presente

 

 

Il condizionale presente (io mangerei) si usa per esprimere un evento che si potrebbe verificare nel presente a condizione che se ne verifichi un altro:

Se ti allenassi di più, vinceresti senz’altro.

Si usa anche per esprimere un dubbio, desiderio, opinione personale e simili, come abbiamo visto sopra.

 

 

Modo condizionale e i suoi tempi

Modo condizionale e i suoi tempi

Modo condizionale e i suoi tempi

 

Il condizionale serve per indicare un evento che può accadere solo a condizione che non se ne verifichi prima un altro:

Ti divertiresti, se venissi con noi.

Usato da solo, il condizionale può anche esprimere:

  • un dubbio (Che cosa dovrei fare?)
  • un desiderio (Vorrei mangiare qualcosa)
  • un’opinione personale (Mi sembrerebbe giusto avvertirlo)
  • una richiesta cortese (Mi passeresti quel giornale?)

Una supposizione o una notizia di cui chi parla non vuole assumere la responsabilità:

(Il principale indiziato sarebbe un noto industriale)

Il condizionale ha due tempi: uno semplice denominato condizionale presente, e uno composto denominato condizionale passato.

 

 

 

Continua a imparare Modo condizionale e i suoi tempi facendo clic sui link qui sotto:

 

Condizionale presente

Condizionale passato

Congiuntivo trapassato

Congiuntivo trapassato

Congiuntivo trapassato con avere

 

Congiuntivo trapassato con essere

 

Il congiuntivo trapassato (che io fossi andato, che io avessi studiato) esprime una possibilita o un desiderio riferiti al passato che non si sono realizzati;

Ah, se fossi stato più prudente!

Nelle proposizioni subordinate esprime l’anteriorità di un’azione rispetto a un tempo passato della reggente:

Credevo che tu avessi già mangiato.