Un signore povero cercava un lavoro (aggettivo qualificativo)
il povero cercava un lavoro (aggettivo sostantivato)
Quasi tutti gli aggettivi possono essere sostantivati, a volte questo processo occasiona che l’anteriore valore di aggettivo non venga più avvertito da chi parla o scrive, al punto che un aggettivo sostantivato può essere considerato un sostantivo a tutti gli effetti.
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i bovini italiani sono fra i migliori del mondo
L’aggettivo sostantivato può essere utilizzato per abbreviare la frase sostituendo il nome. Per esempio la frase:
i bambini piccoli devono essere protetti
può essere tranquillamente sostituita dalla frase:
i piccoli devono essere protetti
in questa frase l’aggettivo sostantivato “piccoli” sostituisce il nome “bambini”, compiendo in questo caso una doppia funzione, quella di nome e allo stesso tempo indicando anche la qualità del nome.
L’aggettivo sostantivato può sostituire un nome che indica qualcosa di astratto:
il bello (sostituisce il nome bellezza)
il difficile (sostituisce il nome difficoltà)
il vero (sostituisce il nome verità)
L’aggettivo sostantivato può anche svolgere la funzione di un avverbio:
chi va pianova sano e va lontano
bisogna parlare chiaro
Ci sono casi in cui l’aggettivo sostantivato quando è preceduto da una preposizione può formare una locuzione avverbiale:
con le buone all’antica alla svelta
L’aggettivo sostantivato può indicare un’intera specie, condizione o classe di persone sia al plurale sia al singolare:
il coraggioso muore una volta,
il codardo cento volte al giorno.
L’aggettivo sostantivato può essere accompagnato da un altro aggettivo qualificativo:
il freddo intenso delle alpi
la strana calma che vissero i cristiani
Gli aggettivi qualificativi che indicano una nazionalità, vengono sostantivati per indicare le persone che vivono in un luogo:
La precisione dei giapponesi non conosce limite.
Possiamo anche trovare casi in cui il sostantivo può svolgere la funzione di aggettivo:
In italiano la posizione dell’aggettivo qualificativo rispetto al nome cui si riferisce può variare, infatti un aggettivo può essere collocato sia prima del sostantivo sia dopo, producendo spesso nella frase dei significati differenti:
Roberto è un vecchio amico (una persona che conosco da molti anni) Roberto è un amico vecchio (una persona vecchia)
La posizione dell’aggettivo qualificativo prima del nome può essere usata per risaltare il nome, invece la posizione dell’aggettivo qualificato dopo il nome può essere usata per risaltare l’aggettivo:
Michela ha un simpatico fratello (risalto al nome)
Michela ha un fratello simpatico (risalto all’aggettivo)
negli esempi sopra possiamo notare come la prima frase mette in evidenza che il fratello di Michela è solo uno, mentre la seconda frase mette in evidenza che il fratello di Michela è simpatico.
La posizione dell’aggettivo qualificativo prima del nome conferisce una funzione descrittiva, invece la posizione dell’aggettivo qualificato dopo il nome conferisce una funzione distintiva:
Dobbiamo usare una vecchia macchina (funzione distintiva)
Dobbiamo usare una macchina vecchia (funzione descrittiva)
negli esempi sopra possiamo notare che la posizione dell’aggettivo qualificativo prima del nome, aggiunge una descrizione da parte di chi parla, un suo giudizio.
Nella seconda frase invece, la posizione dell’aggettivo qualificativo dopo il nome, serve per distinguere una macchina da un’altra basandosi nell’antichità di questa.
In alcuni casi il cambio della posizione dell’aggettivoqualificativo rispetto al nome cui si riferisce, conferisce un significato completamente differente all’aggettivo stesso:
un uomo povero (persona di poche risorse economiche)
un pover’uomo (persona meschina, che suscita compassione)
un uomo grande (una persona molto alta)
un grand’uomo (una persona celebre per le sue opere)
la posizione dell’aggettivo qualificativo che indica nazionalità, forma, materia e colore è sempre dopo il nome:
un ragazzo francese (corretto) un francese ragazzo (sbagliato)
un terreno quadrato (corretto) un quadrato terreno (sbagliato)
un terreno fangoso (corretto) un fangoso terreno (sbagliato)
un maglione rosso (corretto) un rosso maglione (sbagliato)
Poter cambiare la posizione dell’aggettivo qualificativo rispetto al nome cui si riferisce è molto importante, perché ci permette di modificare a nostro piacimento quando parliamo o scriviamo, sul piano espressivo, il significato di ciò che vogliamo comunicare in maniera molto semplice.
La concordanza dell’aggettivo qualificativo con più nomi di genere maschile, si forma mantenendo al plurale il genere maschile:
il libro e il quaderno sono nuovi
La concordanza dell’aggettivo qualificativo con più nomi di genere femminile, si fa mantenendo al plurale il genere femminile:
la sedia e la poltrona sono rotte
La concordanza dell’aggettivo qualificativo con più nomi di genere diverso, si fa mantenendo al plurale il genere maschile:
mio padre e mia madre non sono molto alti
però se l’aggettivo non ha funzione predicativa come negli esempi anteriori, ma è un attributo legato direttamente ai nomi, la concordanza dell’aggettivo qualificativo si fa mantenendo il genere del nome più vicino:
mi hanno prescritto uno sciroppo e delle pastiglie amarissime
Le forme degli aggettivi qualificativi: il genere e il numero
La forma dell’aggettivo qualificativo si riferisce algenere e al numero degli aggettivi qualificativi e segue le stesse regole della forma del nome.
Quindi, la forma dell’aggettivo qualificativo, generalmente varia cambiando la desinenza dell’aggettivo in rapporto al genere (maschile o femminile) e al numero (singolare e plurale).
Le forme degli aggettivi qualificativi di genere maschile e singolari che finiscono con la vocale (-o) sono quattro, due per il numero e due per il genere:
bello (singolare maschile)
bella (singolare femminile)
belli (plurale maschile)
belle (plurale femminile)
Le forme degli aggettivi qualificativi che al maschile singolare finiscono in (-ista), in (-cida) e in (-ita), sono tre, una un’unica per il genere e due per il numero:
pittore o pittrice surrealista (singolare sia maschile sia femminile)
pittori surrealisti (plurale maschile)
pittrici surrealiste (plurale femminile)
atteggiamento o volontà omicida (singolare sia maschile sia femminile) atteggiamenti omicidi (plurale maschile)
volontà omicide (plurale femminile)
ragazzo o ragazza ipocrita (singolare sia maschile sia femminile)
ragazzi ipocriti (plurale maschile)
ragazze ipocrite (plurale femminile)
Le forme degli aggettivi qualificativi che al singolare finiscono in (-e), sono solamente due, una forma per il singolare sia femminile sia maschile e una forma per il plurale sia femminile sia maschile:
bambino o bambina felice (singolare sia maschile sia femminile)
bambini o bambine felici (plurale sia maschile sia femminile)
Ci sono inoltre degli aggettivi qualificativi che sono invariabili, che hanno un’unica forma valida per entrambi i generi e numeri.
Gli aggettivi in (-i):
pari impari dispari
Alcuni aggettivi indicanti colore:
rosa blu viola
Coppie di aggettivi indicanti gradazioni di colore:
verde chiaro verde scuro
Coppie di aggettivi formati da un aggettivo indicante un colore e da un sostantivo:
rosso fuoco verde bottiglia
Le locuzioni avverbiali usate come aggettivi:
dabbene perbene dappoco
L’aggettivo arrosto:
pollo arrosto polli arrosto
Alcuni aggettivi formati da –antie un sostantivo:
faro antinebbia fari antinebbia
Occorre ricordare le forme degli aggettivi qualificativi particolari dei plurali che generalmente corrispondono a quelle già viste per i nomi:
Gli aggettivi in (-co) formano il plurale in (-chi) e gli aggettivi in (-ca) formano il plurale in (-che) se sono piani, cioè accentati sulla penultima sillaba:
un tavolo bianco – dei tavoli bianchi una sedia bianca – delle sedie bianche
ma ci sono delle eccezioni come:
amico – amici greco – greci
Gli aggettivi in (-go) formano il plurale in (-ghi) e gli aggettivi in (-ga) formano il plurale in (-ghe) se sono piani, cioè accentati sulla penultima sillaba.
formato analogo – formati analoghi
edizione analoga – edizioni analoghe
Gli aggettivi in (-io) possono formare il plurale con una sola (-i) o con due (-i) dipendendo se la (-i) del gruppo di vocali (-io) è accentata oppure no:
un ragazzo serio – dei ragazzi seri (i non accentata)
tetto natio – tetti natii (i accentata)
Gli aggettivi in (-cia) e in (-gia) formano il plurale al femminile in (-cie) e (-gie) quando la lettera (c) e (g) sono precedute da vocale e in (-ce) e (-ge) quando sono precedute da consonante:
sudicia – sudicie
saggia – sagge
Gli aggettivi bello, quello, buono e santo possono prendere differenti forme di singolare o plurale a seconda a seconda della lettera iniziale del nome a cui si riferiscono:
Gli aggettivi numerali forniscono informazione sulla quantità esatta e sull’ordine di successione delle persone, animali o cose cui si riferiscono.
In una frase possiamo trovare varie forme numeriche espresse e in base al tipo di informazione numerica che offrono, si possono dividere in tre specie: aggettivi numerali cardinali, aggettivi numerali ordinali e aggettivi numerali moltiplicativi.
Si usano gli aggettivi numerali cardinali per indicare una quantità numericamente definita della cosa nominata:
ci sono tre persone;
per indicare l’ordine di successione in cui si trova una cosa nominata:
passami il terzo libro;
per indicare quante volte una cosa è maggiore di un’altra oppure quante sono le parti di cui si compone una cosa:
fare un doppio lavoro stipulare una triplice alleanza
Normalmente l’aggettivo numerale si premette al nome cui fa riferimento, però ci sono dei caso in cui è possibile o obbligatorio collocarlo dopo il nome cui si riferisce, come per esempio con i nomi di sovrani o pontefici:
quinto piano (prima del nome) Federico V (dopo il nome)
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Gli aggettivi determinativi (o indicativi), aggiungono al nome cui si riferiscono una particolare determinazione senza specificare le sue qualità, identificano delle caratteristiche indefinite, di possesso, di posizione, di quantità o numero.
A seconda del tipo di determinazione che esprimono, gli aggettivi determinativi si possono classificare in:
Aggettivi possessivi, per esprimere una determinazione di possesso specificando a chi appartiene la persona, cosa o animale indicata dal nome:
il tuo cane il nostro professore
Aggettivi dimostrativi, per indicare una posizione di qualcuno o qualcosa, nello spazio o nel tempo, rispetto alla posizione dell’interlocutore:
questa matita quel giorno
Aggettivi indefiniti, per indicare in modo generico, senza specificare con precisione, la quantità e a volte la qualità del nome cui si riferisce:
abbiamo lavorato parecchio alcuni libri non servono
Aggettivi numerali, per indicare informazioni precise su una quantità o la collocazione all’interno in una serie numerica:
quattro mesi il quarto mese
Aggettivi interrogativi, per introdurre una domanda (diretta o indiretta) sulla qualità, la quantità o l’identità dei nomi a cui riferiscono:
Che libro hai letto? Quale ragazzo? Quanti giorni hai di vacanze?
Aggettivi esclamativi, per esprimere una determinazione esclamativa, cioè introdurre un’esclamazione:
Che bravo! Quanto spreco!
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Gli aggettivi qualificativi forniscono informazioni sulle qualità e sulle caratteristiche di una persona, una cosa, un animale o un’entità astratta, ci permettono cosi di esprimere meglio ciò che vogliamo trasmettere arricchendolo di sfumature rilevanti.
Gli aggettivi qualificativi consentono anche di differenziare una persona, animale o cosa rispetto a un’altra. Per esempio la frase “la bicicletta arancione” non fornisce solamente informazione sul colore della bicicletta, ma l’aggettivo “arancione” permette di individuare una bicicletta specifica fra tante di diverso colore.
Inoltre l’aggettivo qualificativo può essere usato con funzione attributiva quando viene usato come attributo del nome, cioè attribuisce al nome una qualità:
la musica triste mi mette malinconia
o può essere usato con funzione predicativa quando l’aggettivo non si unisce direttamente al nome ma mediante una voce del verbo essere, cioè dice qualcosa del nome a cui si riferisce:
la musica è triste
C’è un tipo particolare di aggettivi qualificativi che derivano da nomi che vengono denominati aggettivi di relazione o relazionali:
annuale (da anno) artistico (da artista)
questo tipo di aggettivi non si riferiscono a una qualità vera e propria, quanto all’esistenza di una relazione fra il nome a cui l’aggettivo fa riferimento e il nome da cui si deriva:
la zona tropicale i problemi economici
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Gli aggettivi (dal latino nomen adiectivum, parola che si aggiunge) sono parole che accompagnano i nomi arricchendone il significato e dando informazioni che permettono indicare una particolare qualità:
un albero grande un film interessante delle persone educate
o per determinare meglio aspetti particolari come la quantità, il numero, la posizione, il possesso e cosi via:
il mio libro (possesso)
quella lavagna (posizione)
ho comprato alcune pizze (quantità)
ci sono quattro studenti (numero)
Secondo l’informazione che forniscono riguardo al nome a cui fanno riferimento, gli aggettivi possono essere distinti in: aggettivi qualificativi e aggettivi determinativi (o indicativi).
Gli aggettivi possono anche avere due funzioni:
funzione attributiva, quando il nome e l’aggettivo sono collegati direttamente
la rosa gialla il tavolo antico
funzione predicativa, quando il nome e l’aggettivo sono collegati indirettamente attraverso un verbo
la rosa è gialla il tavolo è antico
Quando un aggettivo segue un verbo, occorre distinguere tra la funzione predicativa dove l’aggettivo introduce una caratteristica al nome collegandosi direttamente con questo:
il treno veloce
e la funzione avverbiale dove l’aggettivo non si collega direttamente al nome e serve per modificare il significato del verbo:
Quando parliamo del numero dei nomi, ci riferiamo alle due forme: singolare o plurale.
Un nome al singolare serve per indicare un solo essere vivente o una sola cosa:
un quadro un ragazzo un gatto
invece un nome al plurale indica più esseri viventi o più cose:
molti quadri alcuni ragazzi due gatti
In italiano l’informazione sul numero dei nomi, normalmente è data dalla desinenza, la quale ci indica, appunto, se il nome in questione è di numero singolare o di numero plurale:
una casa (singolare) delle case (plurale)
Per quanto riguarda il passaggio dal singolare al plurale dei nomi, questo si ottiene generalmente mutandone la desinenza. Occorre però fare attenzione alla tipologia del nome, infatti i nomi possono essere classificati in differenti tipologie, le quali seguono delle regole diverse per formare il plurale.
nomi variabili, i quali cambiano dal singolare al plurale attraverso la variazione della desinenza: libro/libri, cane/cani, donna/donne;
nomi invariabili, i quali hanno un’unica forma valida per il singolare e per il plurale, risultando uguali al singolare e al plurale: il caffè/i caffè, il cinema/i cinema, la crisi/le crisi;
nomi difettivi, così chiamati perché mancano di una delle due forme, perciò si usano solamente al singolare o al plurale: il burro, il latte, i pantaloni, le nozze;
nomi sovrabbondanti, così chiamati perché presentano una forma doppia di plurale: il ginocchio/i ginocchi-le ginocchia, il filo/i fili-le fila;
i nomi composti, i quali sono formati dall’unione di due o più parole: pescespada, francobollo, portacenere;
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All’interno della grande quantità di nomi esistenti nell’italiano, esistono numerose differenze che ci permettono di classificarli e suddividerli in maniera da conoscerli meglio. Questa suddivisione si fa in base alle diverse cose che indicano e, quindi, in base a ciò che significano. Quando ci riferiamo al significato dei nomi, stiamo parlando appunto di questa classificazione che ci permette di distinguere meglio le parole a cui fanno riferimento i nomi, basandoci in ciò che significano.
In base al significato, cioè dal punto di vista semantico, i nomi si dividono in:
nomi comuni e propri, nomi concreti e astratti, nomi individuali e collettivi.
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