la forma dei nomi

LA FORMA DEI NOMI

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|La forma dei nomi

 

La forma dei nomi

La forma dei nomi si riferisce alla variazione che subisce il nome per modificare il suo genere (femminile o maschile) e il suo numero (singolare o plurale).

Quasi tutti i nomi sono variabili, significa che presentano, di solito, diverse forme, per definire queste due parti molto importanti che sono il genere e il numero.

 Il nome è formato da due parti, la prima parte invariabile denominata radice (o morfema lessicale) indica il significato del nome; la seconda parte variabile denominata desinenza (o morfema grammaticale) fornisce informazioni di carattere grammaticale indicando il genere (femminile o maschile)  e il numero (singolare o plurale) del nome:

TAVOLO
TAVOL (radice) + O (desinenza)

In questo caso la radice (TAVOL) indica che si tratta di un oggetto che appartiene alla categoria mobili e la desinenza (O) indica due cose, che il genere del nome è maschile e il numero è singolare.

L´insieme di tutte le desinenze relative a un nome viene denominata (declinazione o flessione).

Ci sono nomi che hanno 4 desinenze:

1 – una forma con la desinenza in O per indicare che si tratta di una sola persona di genere grammaticale maschile.

il ragazzo 

2 – una forma con la desinenza in A per indicare che si tratta di una sola persona di genere grammaticale femminile.

la ragazza

3 – una forma con la desinenza in I per indicare che si tratta di più persone di genere grammaticale maschile.

i ragazzi 

4 – una forma con la desinenza in E per indicare che si tratta di più persone di genere grammaticale femminile.

le ragazze

Ci sono nomi che sono invariabili nel genere e quindi hanno solo due desinenze:

1 – una forma con la desinenza in E per indicare che si tratta di una sola persona di genere grammaticale sia maschile che femminile.

il nipote 

2 – una forma con la desinenza in I per indicare che si tratta di più persone di genere grammaticale femminile.

i nipoti

 Ci sono nomi che sono indeclinabili, cioè non variano in genere e in numero ed hanno una desinenza:

il cinema / il gorilla

Puoi approfondire l’argomento facendo clic sulle icone che trovi nella parte inferiore della pagina.

 
 
 
 
 

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La forma dei nomi: il numero

La struttura dei nomi

LA STRUTTURA DEI NOMI

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La struttura dei nomi
 
 

La struttura dei nomi

Quando parliamo della struttura dei nomi, ci riferiamo alle parti da cui sono formati i nomi e si possono dividere in quattro categorie: primitivi, derivati, alterati e composti.
 

 

Attenzione: a seguito di un attacco alla web sono stati cancellati molti articoli ed esercizi interattivi e poco alla volta li stiamo rifacendo tutti, motivo per cui alcuni di questi link potrebbero non funzionare. Ti chiediamo scusa se questo succedesse e ti invitiamo a riprovare fra alcuni giorni.

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La struttura dei nomi


Il nome o sostantivo

IL NOME O SOSTANTIVO

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Il nome o sostantivo

Il nome o sostantivo (dal latino nomen substantivu, cioè parola che serve a indicare una substantia), è quella parte del discorso che serve a designare tutte le cose che esistono nella realtà e quelle che possiamo pensare o immaginare. Per esempio:

Roberto. amico, cugino (indicano una persona)
Roma, montagna, casa (indicano un luogo)
libro, divano, trapano (indicano un oggetto)
velocità, ragione, oscurità (indicano un concetto astratto)
caduta, vittoria, vendita (indicano un’azione)
odio, amicizia, amore (indicano sentimenti)
spavento, allegria, depressione (indicano stati d’animo)
Topolino, Pinocchio, Biancaneve (indicano figure e personaggi fantastici)

È attraverso il nome che possiamo identificare ed entrare in rapporto con tutto ciò che esiste e comunicarlo agli altri. Infatti, nella nostra infanzia, sono stati proprio i nomi le prime parole che abbiamo utilizzato per parlare e cercare di comunicare con le persone che ci circondavano.

In generale qualunque parte del discorso può esercitare la funzione di nome (si dice sostantivare una parola) con solamente premettere l`articolo determinativo o l´articolo indeterminativo:

  •      gli aggettivi qualificativi:

questo è il brutto del mio lavoro. 

  •      i pronomi:

i miei genitori sono molto anziani 

  •      i verbi:

tra il dire e il fare c’è il mare 

  • Gli avverbi:

il domani è incerto 

  • Le congiunzioni

Con i se e i ma non si fa nulla 

I nomi si possono classificare e analizzare in tre modi diversi:

In base al loro significato, una classificazione che ci permette di distinguere meglio le parole a cui fanno riferimento, basandoci in ciò che significano:

comuni, propri, concreti, astratti, individuali, collettivi, numerali e nomi massa

In base alla loro forma cioè alla variazione che subisce il nome per modificare il suo genere (femminile o maschile) e il suo numero (singolare o plurale).

In base alla loro struttura, cioè alle parti da cui sono formati:

primitivi, derivati, alterati e composti

 

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Le preposizioni articolate

LE PREPOSIZIONI ARTICOLATE

Le preposizioni articolate

Le preposizioni articolate
 
 
 
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Quando le preposizioni semplici di, a, da, in e su sono seguite da un articolo determinativo, si fondono con questi e danno origine a elementi che si chiamano preposizioni articolate.
 


Le forme delle preposizioni articolate

Preposizione di:
 
di + il = del 
di + lo = dello 
di + la = della 
di + l’ = dell’ 
di + i = dei 
di + gli = degli 
di + le = delle
 
Preposizione a:
 
a + il = al 
a + lo = allo 
a + la = alla 
a + l’ = all’ 
a + i = ai 
a + gli = agli 
a + le = alle
 
Preposizione da:
 
da + il = dal 
da + lo = dallo 
da + la = dalla 
da + l’ = dall’ 
da + i = dai 
da + gli = dagli 
da + le = dalle
 
Preposizione in:
 
in + il = nel 
in + lo = nello 
in + la = nella 
in + l’ = nell’ 
in + i = nei 
in + gli = negli 
in + le = nelle
 
Preposizione su:
 
su + il = sul 
su + lo = sullo 
su + la = sulla 
su + l’ = sull’ 
su + i = sui 
su + gli = sugli 
su + le = sulle
 
Con le forme con e per, le forme articolate ormai non si usano più. 
 
Quindi le forme col, colla, coi, cogli, collo, colle e pel, pella, pello… sono sostituite dalle forme staccate con il, con la, con le
 
La forma articolata della preposizione con (col, colla, coi..) è ancora usata soprattutto nel linguaggio parlato per la sua facilità di pronuncia.
 
Ho visto Carlo col suo cane per la strada.
 

Usi delle preposizioni articolate

Le preposizioni articolate hanno in genere una funzione di collegamento e possono introdurre vari complementi indiretti:
 
nei primi anni della sua vita (complemento di tempo
gli studenti sono nell’aula (complemento di luogo
sono i giocattoli dei bambini (complemento di specificazione)
 
 
In alcuni casi le preposizioni articolate formate  dall’unione della preposizione (di) con l’articolo  determinativo possono svolgere la funzione di articolo partitivo (fai clic qui per leggere l’articolo partitivo).
 
Le preposizioni articolate del, al, dal, nel, sul si utilizzano davanti alle parole maschili singolari che cominciano con una consonante (tranne x, y, z e i gruppi gn, pn, ps, s + consonante, i + vocale):
 
il colore del tavolo 
regalalo al bambino 
si sono alzati dal divano 
li ho messi 
nel libro
guarda 
sul comodino
 
Le preposizioni articolate dello, allo, dallo, nello, sullo si utilizzano davanti alle parole maschili singolari che cominciano con x, y, z e i gruppi gn, pn, ps, s + consonante, i + vocale):
 
il consiglio dello psicologo 
spiega la lezione allo studente 
è arrivato dallo ionio 
sono nello zaino 
le persone sullo sfondo
 
Le preposizioni articolate della, alla, dalla, nella, sulla si usano davanti alle parole di genere femminile, al singolare se iniziano per consonante:
 
il prezzo della casa 
porto il libro alla professoressa 
è uscito dalla stanza accanto 
nella camera da letto c’è un tappeto 
le chiavi sono sulla scrivania
 
Le preposizioni articolate dell’, all’, dall’, nell’, sull’ si usano davanti alle parole di genere femminile, al singolare se iniziano per vocale:
 
fa parte dell’ambiente 
porta il documento all’avvocato 
è sceso dall’albero 
la lavagna è nell’aula 
ci siamo seduti sull’erba
 
Le preposizioni articolate dei, ai, dai, nei, sui si utilizzano davanti alle parole maschili plurali che cominciano con una consonante (tranne x, y, z e i gruppi gn, pn, ps, s + consonante, i + vocale):
 
il disegno dei quadri 
portalo ai ragazzi 
andiamo dai vicini 
si è messo nei guai 
scherza sempre sui torinesi
 
Le preposizioni articolate degli, agli, dagli, negli, sugli si utilizzano davanti alle parole maschili plurali che cominciano con x, y, z e i gruppi gn, pn, ps, s + consonante, i + vocale):
 
è lo zaino degli studenti 
agli psicologi piace parlare 
devi andare dagli zii 
negli uffici ci sono molti computer 
le ciliegie nascono sugli alberi
 
Le preposizioni articolate delle, alle, dalle, nelle, sulle si utilizzano davanti alle parole femminili plurali che cominciano con consonante o con vocale:
 
raccontami delle storie 
alle ragazze non piace ballare 
questi architetti sono usciti dalle migliori università italiane 
nelle case degli italiani c’è sempre una caffettiera 
è grandinato sulle macchine

 

L’articolo partitivo

L’ARTICOLO PARTITIVO

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L’articolo partitivo
 

 

L’articolo partitivo

L’articolo partitivo si usa per indicare una parte o quantità indeterminata di un tutto, equivale a “un po’, alquanto”. 

Ho festeggiato con dei compagni di lavoro.
Passami dell’acqua per favore. 

Negli esempi visti si vuole comunicare che non intendiamo o non possiamo precisare il numero esatto dei compagni di lavoro o la quantità esatta di acqua.

Il nome di “articolo partitivo” si deve proprio al fatto che normalmente indica la parte di un insieme e mai la totalità.

Può essere usato sia al singolare che al plurale, facendo attenzione di usarlo al singolare con nomi che indicano elementi che non si possono numerare, come i liquidi o i materiali considerati genericamente:

dell’acqua
del sale
del legno

e usarlo invece al plurale con i nomi che indicano elementi che si possono numerare ed indicano entità delimitabili:

dei libri
delle stanze
degli alberi

in questo ultimo caso l’articolo partitivo non svolgerebbe la funzione di indicare una quantità non precisata, ma quella di plurale degli articoli indeterminativi.

L’articolo partitivo purtroppo è stato preso di mira da alcuni grammatici, i quali sono convinti che il suo uso ricalchi una costruzione della lingua francese, nonostante sia stato utilizzato e si continui ad utilizzare nella letteratura italiana di maggior prestigio. Secondo questi grammatici è consigliabile omettere l’articolo partitivo o usare al suo posto delle espressioni alternative:

Nella piazza ci sono persone
(invece che: nella piazza ci sono delle persone)

nel frigorifero c’è un po’ di carne
(invece che: nel frigorifero c’è della carne)

Quando parliamo degli articoli partitivi, come per gli altri articoli possiamo riferirci alla loro forma (maschile, femminile, singolare o plurale) o al loro uso. Per approfondire questi argomenti fai clic sui pulsanti che trovi nella parte sottostante.

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Gli articoli indeterminativi

GLI ARTICOLI INDETERMINATIVI

 
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Gli articoli indeterminativi

 

 

Gli articoli indeterminativi

Gli articoli indeterminativi o indefiniti, si mettono davanti a un nome per indicare che si riferisce a una persona o una cosa generica e indefinita, lasciandolo su un piano di genericità e di indeterminatezza; la loro funzione è quella di introdurre nel discorso un nome che si considera come non ancora noto, di cui non si è parlato in precedenza e che quindi costituisce un’informazione nuova. 

Per esempio se diciamo:

Passami una sedia 

L’articolo (una) davanti alla parola sedia, fa capire che si tratta di una sedia qualunque, una sedia di cui si parla per la prima volta, non ancora identificata.

Inoltre si usa per indicare un solo membro di un insieme (classe) di oggetti o animali:

Roberto ha comprato un gatto. (un solo elemento di una classe)

che è differente a dire:

Il gatto è un felino.

La principale differenza rispetto agli articoli determinativi è che l’articolo indeterminativo ha solamente la forma al singolare e manca della forma al plurale, per la quale vengono usate le forme del partitivo o gli aggettivi indefiniti.

Inoltre non può essere usato con i nomi di massa, infatti non si puo dire:

Vorrei un’acqua.

Quando parliamo degli articoli indeterminativi, possiamo riferirci alla loro forma (maschile, femminile) o al loro uso. Per approfondire questi argomenti fai clic sui pulsanti che trovi nella parte sottostante.

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Gli articoli determinativi

GLI ARTICOLI DETERMINATIVI

Gli articoli determinativi
 
 
 
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Gli articoli determinativi

 

Gli articoli determinativi si mettono davanti un nome per indicare che si riferisce a una persona o una cosa ben definita, che si presuppone già nota. Per esempio se diciamo:

il ragazzo biondo 

L’articolo (il) davanti alla parola ragazzo, fa capire che non si tratta di un ragazzo qualunque ma di uno specifico, appunto quello con i capelli biondi, noto a chi parla e a chi ascolta.

In tutte le lingue che usano l’articolo determinativo, questo è nato da un pronome, come conseguenza nell’italiano possiamo trovare alcuni articoli determinativi che hanno la stessa forma e si scrivono esattamente come i pronomi, potendo essere facilmente confusi con questi:

LO – LA – GLI – LE

in caso di dubbio, per poterli differenziare dobbiamo vedere se accompagnano il nome a cui si riferiscono o se accompagnano un verbo. Nel primo caso sono degli articoli, mentre nel secondo caso sono dei pronomi:

Dove sono le scarpe? Le hai lasciate in camera da letto.

Nell’esempio anteriore la parola “le” che si trova nella domanda è chiaramente un articolo perché accompagna il nome “scarpe”, mentre la parola “le” che si trova nella risposta è un pronome perché accompagna il verbo “hai lasciate”.

Inoltre quando sono pronomi, sostituiscono sempre il nome a cui fanno riferimento.

Quando parliamo degli articoli determinativi, possiamo riferirci alla loro forma (maschile, femminile, singolare o plurale) o al loro uso. Per approfondire questi argomenti fai clic sui pulsanti che trovi nella parte sottostante.

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Usi particolari dell’articolo

Usi particolari dell’articolo

 

Usi particolari dell’articolo

 
 
 
 

Usi particolari dell’articolo

Quando parliamo degli usi particolari dell’articolo, ci riferiamo all’omissione o meno dell’articolo davanti a un nome. Le seguenti frasi:

È uno studente.
È lo studente.
È studente.

nonostante sembra che abbiano lo stesso significato, forniscono contestualmente informazioni differenti.

Vediamo ora alcuni casi in cui l’articolo è soggetto a regole particolari.

Uso dell’articolo con i nomi di persona.

L’articolo non si usa con i nomi propri di persona:

Giorgio è proprio un ragazzo intelligente.
Maria si è sposata la settimana scorsa.

Si usa invece quando i nomi di persona sono preceduti da un aggettivo qualificativo o da un nome comune che indica una professione o un titolo nobiliare:

l’intrepido Luigi
il dottor Carli
il principe Carlo

Uso dell’articolo con i cognomi.

L’articolo non si usa con i cognomi che appartengono a un uomo e con i personaggi famosi contemporanei:

Ieri ho incontrato Carlucci al mercato.
Maradona è stato ricoverato in ospedale.

Si usa invece quando il cognome si riferisce a un’intera famiglia, con i personaggi ed artisti famosi del passato, quando il cognome è preceduto da un titolo o nel linguaggio burocratico:

Ho sentito che i Girotti si sono trasferiti.
Il Bernini è nato a Napoli.
Il professor Marini oggi non viene.
Il Giuliani è stato arrestato dalla polizia.

Con i cognomi che appartengono a una donna, si deve usare l’articolo a meno che ci sia anche il nome:

La Ferretti è stata ricoverata.
Roberta Ferretti è stata ricoverata.

Uso dell’articolo con gli aggettivi possessivi.

Non si usa con gli aggettivi possessivi quando precedono un nome di parentela al singolare che non sia (loro):

Stamattina mio padre ha telefonato a tuo fratello.
Ho visto i signori Ferretti con la loro figlia.

Si usa invece se il nome di parentela è al plurale, è preceduto da un aggettivo qualificativo, se il nome di parentela include un prefisso o un suffisso e quando è di tipo affettivo:

mio nonno  –  i miei nonni
mio nonno  –  il mio caro nonno
mio nonno  –  il mio bisnonno
mio nonno  –  il mio nonnino

L’articolo non si usa quando l’aggettivo possessivo accompagna un titolo onorifico e un nome al singolare. Si usa invece quando sono al plurale:

Sua santità  –  Vostra Eccellenza  –  Sua signoria
Le Loro Signorie  –  le Loro Altezze Reali

 

Uso dell’articolo con i nomi geografici.

L’articolo non si usa con i nomi di isole piccole e i nomi di città, tranne quando fanno parte del nome come La Spezia, il Cairo, ecc.:

Roma è la capitale d’Italia.
Capri è un’isola bellissima.

Si usa però se il nome della città è accompagnato da un aggettivo, da una specificazione o se indica una squadra di calcio:

La Milano moderna
La Roma dell’anno 20 prima di Cristo
La Roma ha vinto la partita.

L’articolo si usa normalmente con i nomi di regioni, stati, continenti, isole grandi, laghi, montagne, fiumi, mari e oceani:

Il Piemonte è la regione del vino.
L’Italia ha un clima temperato.
L’Africa è il continente più grande.
La Sicilia è un’isola stupenda.
Il lago di Garda si trova al nord d’Italia.
Il Monte Bianco è la montagna più alta d’Europa.
L’Arno attraversa la città di Firenze.
Il Mediterraneo circonda l’Italia.
L’atlantico separa l’Europa dall’America.

 

Altri casi in cui non si deve usare l’articolo.

Quando si fa un elenco di cose:

Il professore ha parlato di storia, filosofia e arte.

Nelle frasi negative:

In quel negozio non vendono alcolici.

In espressioni formate da un verbo e da un nome:

avere fame – fare amicizia – parlare inglese

Quando un’espressione si compone di due nomi uniti da una preposizione:

camera da letto
sala da pranzo
tuta da ginnastica

Con espressioni riferenti a una forma di trasporto:

in treno
in bicicletta
a piedi

Con molte espressioni che si riferiscono a luoghi:

andare a teatro
uscire di casa
vivere in montagna

Con numerose e varie espressioni particolari come:

di proposito
con simpatia
in fretta

 

 

 

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L’articolo

L’ARTICOLO

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L' articolo

 

 

L’ articolo

L’articolo (dal lat. articulus) è una particella che non ha un significato proprio e accompagna sempre un nome con il quale deve concordare sia in numero che in genere:

Le case vecchie.
Le vecchie case.

L’articolo si può omettere solamente in determinate condizioni e, a differenza dei pronomi, non può mai sostituire un sostantivo ma solamente lo può accompagnare.

Domani compro le scarpe.
Domani compro le. 

All’interno di una frase, l’articolo si unisce e si trova sempre prima del sostantivo,  ma vi sono alcuni casi in cui questa unione può essere divisa mediante l’inserimento di un aggettivo, un pronome relativo, un participio passato e di alcuni avverbi:

La vecchia automobile.
La cui responsabilità.
Il suddetto avvocato.
Il già menzionato autore.

All’interno delle frasi l’articolo svolge funzioni molto importanti, vediamo quali sono:

  1. Inserisce all’interno di una frase un nome con il quale forma un’unità. Tranne qualche caso l’articolo deve sempre accompagnare un nome.
  2. Da informazioni precise sul genere e sul numero del nome che accompagna indicando se è femminile, maschile, singolare o plurale.
  3. Permette indicare se ci riferiamo a una cosa o una persona specifica, ben precisa che è nota a chi ascolta e a chi parla (il ragazzo che vive di fronte alla nostra casa), o se ci riferiamo in modo indefinito e generico a un oggetto o una cosa (Un ragazzo è venuto ad abitare di fronte alla nostra casa)
  4. Sostantivare (trasformare in sostantivo) qualunque parte del discorso unendosi a esso.

Nell’ italiano troviamo tre tipi di articolo: l’articolo determinativo, l’articolo indeterminativo e l’articolo partitivo e possono avere la forma maschile, femminile, singolare e plurale.

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